lunedì 28 febbraio 2011

BERLUSCONI: Ritornare allo spirito e alla passione del '94

28 febbraio 2011


"Noi abbiamo a che fare con un impianto istituzionale che e’ stato cosi’ fatto dai padri costituenti, che avevano la preoccupazione di non consentire al governo di essere forte dopo 20 anni del regime fascista, in effetti hanno dato tutto il potere al Parlamento, al capo dello Stato e alla Corte costituzionale, e hanno assolutamente imbrigliato in tutti i modi il governo e il presidente del Consiglio. Quando decidiamo una legge avendo avuto l’ok dal presidente della Repubblica e da tutto l’enorme staff che lo circonda e che interviene puntigliosamente su tutto la mandiamo poi in Parlamento, dove tra commissioni e aula viene piu’ volte modificata e deve fare la spola tra le due Camere."

PUNTI PDL: Molto più che patronati

28 febbraio 2011


"Una delle cose che maggiormente soffrono i cittadini e’ il rapporto con le istituzioni, intesa come burocrazia. Spesso hanno una vera e propria difficolta’ ad orientarsi in questa giungla". Percio’ "noi vogliamo risolvere i problemi quotidiani delle famiglie. Metterci al servizio degli italiani in tutto e per tutto.

BERGAMINI: Bocchino preso da nervosismo ossessivo

28 febbraio 2011

"E’ interessante vedere come anche i piu’ navigati politici obbediscano a meccanismi da psicanalisi: e’ il caso di Italo Bocchino, che attribuisce a Silvio Berlusconi un ’nervosismo ossessivo’ nei confronti di Fli con il quale dovrebbe piuttosto fare i conti lui".

venerdì 25 febbraio 2011

QUAGLIARIELLO: Fini si crede "autosospeso" dalla Camera


25 febbraio 2011

"Cicchitto e Fini, per ragioni opposte, ritengono la situazione istituzionalmente insostenibile: opinioni, entrambe, politicamente legittime. Ma per scoprire chi dei due ha ragione, basta considerare il rispettivo ruolo istituzionale dei contendenti".

Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato,

GASPARRI: I moralisti di sinistra come spiegano lo scandalo della Giunta Vendola?


25 febbraio 2011

"Il moralismo della sinistra, che si produce in attacchi costanti al centrodestra, e’ messo a dura prova dalla vicenda Tedesco". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

OSVALDO NAPOLI: I senatori usciti dal Pd chi li ha pagati?


25 febbraio 2011

"Le decine di senatori che hanno lasciato il Pd in direzione di Udc, ApI o Gruppo Misto da chi sono stati pagati? E’ ovvio che la mia domanda e’ provocatoria, perche’ la risposta e’ scontata: da nessuno. Vanno via perche’ non condividono la linea politica di Bersani. E’ cosi’ in politica, e’ sempre stato e sempre sara’ cosi"’.

BRAMBILLA: Stiamo lavorando agli sportelli del Pdl per i servizi ai cittadini


25 febbraio 2011

"Una delle cose che maggiormente soffrono i cittadini e’ il rapporto con le istituzioni, intesa come burocrazia. Spesso hanno una vera e propria difficolta’ ad orientarsi in questa giungla. Percio’ noi vogliamo risolvere i problemi quotidiani delle famiglie. Metterci al servizio degli italiani in tutto e per tutto. Stiamo costruendo una rete di punti di servizio. Cosi’ potremo stare fisicamente ancora piu’ vicini ai cittadini e operare al loro fianco".

giovedì 24 febbraio 2011

CAPEZZONE: Fini e' diventato un capofazione scatenato

24 febbraio 2011 

"In oltre sessant’anni di storia repubblicana, non era mai accaduto che qualcuno, come oggi fa l’onorevole Fini, usasse la terza carica dello Stato per condurre scissioni, per tentare ribaltoni parlamentari (poi miseramente falliti), per guidare ogni giorno una polemica livorosa contro la maggioranza scelta dagli italiani (la stessa che lo ha eletto al vertice della Camera), per alimentare una quotidiana confusione tra l’incarico super partes a cui l’onorevole Fini sarebbe chiamato e l’attivita’ di capofazione a cui si dedica in modo cosi’ scatenato".

GASPARRI: L' Europa deve farsi sentire con i fatti per affrontare l'emergenza Libia

24 febbraio 2011 

 "La gravissima crisi libica e quanto sta accadendo nel Nord Africa non puo’ lasciarci indifferenti. La solidarieta’ dell’Italia si fara’ sentire anche questa volta, senza risparmiare mezzi e risorse. Siamo pronti ad affrontare l’emergenza, ma i numeri dei profughi che potrebbero toccare le nostre terre sembrano assumere di giorno in giorno dimensioni sempre piu’ vaste.

mercoledì 23 febbraio 2011

VALDUCCI: Il premier come Hitler? Umberto Eco e' triste ed imbarazzante


23 febbraio 2011

"E’ imbarazzante sentire uno scrittore illustre come Umberto Eco paragonare Berlusconi a Hitler. Associare un dittatore sanguinario e razzista che ha ucciso milioni di persone ad un capo di governo democraticamente eletto e’ offensivo per tutti gli italiani.

Ed ancora piu’ triste e’ che queste affermazioni le faccia all’estero nel corso di una manifestazione internazionale, gettando discredito sul nostro Paese nonostante i continui appelli all’unita’ del Presidente Napolitano". Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e Responsabile vicario Enti Locali del Pdl, Mario Valducci, commentando le affermazioni di Umberto Eco alla Fiera del libro di Gerusalemme.

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BERLUSCONI: Se non facciamo le riforme istituzionali non c'e' nessuna speranza


23 febbraio 2011


"Se non facciamo le riforme istituzionali non c’e’ nessuna speranza". Lo ha affermato Silvio Berlusconi, che ha parlato agli Stati generali per Roma dove ha ricordato alla platea che il governo e il suo premier hanno pochissimi poteri, soprattutto per quel che riguarda le leggi:
"La politica deve smetterla di parlare di riforme, programmi e progetti senza mai realizzarli, per occuparsi piu’ di cose concrete" ha osservato Berlusconi riferendosi alle critiche che spesso vengono mosse al mondo politico e riferendosi anche ad alcuni editorialisti che "rimproverano al governo di non aver fatto riforme". Ma, ha sottolineato il premier, "vi spiego perche’ il nostro governo, come quelli precedenti, e’ dentro un assetto costituzionale che giustamente i padri costituenti, per evitare il pericolo di un nuovo regime dittatoriale, spartisce il poter tra Presidente della Repubblica, Parlamento e Corte Costituzionale, mentre al governo resta ben poco potere Vi assicuro che quando ci impegnamo facciamo delle leggi che devono ottenere la firma del Presidente della Repubblica, che poi vanno in Parlamento. Sui decreti legge non ne parliamo devono avere il consenso totale e quindi non sono nella disponibilita’ del governo. Serve sempre l’accordo e la firma del Capo dello Sato, poi vanno in Parlamento ed i tempi sono sempre molto lunghi, entrano nelle varie commissioni e naturalmente cambiano. Poi tornano nell’altra Camera e naturalmennte cambiano. Poi, tornano indietroe siccome nessuno vuole fare il semplice notaio di decisioni altrui, cambiano nuovamente...".

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QUAGLIARIELLO: La crisi della Libia va affrontata senza demagogia


22 febbraio 2011

"La cosiddetta ’rivoluzione dei gelsomini’ che dalla Tunisia sta attraversando l’intero nord-Africa e il medio oriente, assume caratteristiche molto diverse di paese in paese. In Tunisia si e’ trattato di un cambio al vertice del regime, in Egitto di un colpo di stato militare sostenuto dalla piazza in rivolta, in Libia la protesta sta prendendo le forme di una guerra civile dagli esiti imprevedibili e sanguinosi".
Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Il presidente Berlusconi  ha fatto bene a chiedere che si fermi la violenza sui civili proprio per evitare uno scontro che spacchi il paese in due, in un conflitto interno senza quartiere dove ne’ il regime ne’ il fronte della protesta sembrano intenzionati a retrocedere. Nello scenario libico serve responsabilita’ e non la demagogia della nostra opposizione. Non solo per i giganteschi interessi economici che legano l’Italia e l’Europa alla Libia e che sarebbero messi in crisi da una lunga situazione di caos e di violenza. E neppure soltanto per prevenire un’ondata migratoria senza precedenti di cui l’Italia sarebbe il primo bersaglio. Tutto questo riguarda l’interesse nazionale dell’Italia. Ma c’e’ qualcosa di persino piu’ importante che concerne l’equilibrio internazionale e la salvaguardia di quante piu’ possibili vite umane innocenti.

Che il nostro Paese debba essere naturalmente per l’evoluzione in senso democratico e liberale di regimi oppressivi e’ scontato: poco piu’ di un luogo comune. Questo, pero’, non puo’ voler dire tenere un atteggiamento di aperto incoraggiamento verso le proteste se non si vuole correre il rischio di esporre il popolo libico, in caso di tenuta del regime, alla vendetta e a una peggiore repressione. Quello che l’Italia puo’ e deve fare e’ cercare di creare sintonia in Europa nella forte e sonora richiesta al regime libico di sospendere le violenze contro le proteste pacifiche e di dare ascolto alle aspettative di un popolo lungamente oppresso. Allo stesso tempo il governo deve poter compiere ogni iniziativa per tutelare i legittimi interessi italiani in quel paese e in coordinamento con l’Europa predisporre piani di emergenza per gestire i fenomeni migratori che gia’ si annunciano. Infine non deve perdere di vista gli equilibri complessivi dell’area, con il rischio di sacrificare la sicurezza dell’unica democrazia esistente in medio oriente, Israele, in nome di una evoluzione democratica ancora incerta e ambigua nel resto della regione".

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martedì 22 febbraio 2011

BERNINI: E' da meschini tentare di strumentalizzare le piazze in fiamme


22 febbraio 2011 

"Liberta’ e democrazia non sono solo parole, ma processi e percorsi di evoluzione e di crescita. Dannoso e francamente meschino tentare in questa fase di strumentalizzazione le piazze in fiamme ed i sacrifici di vite umane". Lo ha affermato Anna Maria Bernini, portavoce nazionale vicario del Pdl che ha osservato:
"Innestare il germe della democrazia in Paesi che non ne conoscono gli assetti istituzionali di base, e’ un progetto di medio-lungo termine da rimappare continuamente. Per evitare involuzioni ed estremismi, violenze e migrazioni, che impediscono la vera autodeterminazione e lo sviluppo di nuovi sistemi-paese. Particolarmente arduo sara’ il ruolo dell’Italia, della Ue e della comunita’ internazionale, che dovranno fare fronte comune per contenere l’emergenza e vigilare sul processo per evitare derive, senza prevaricare il principio di autodeterminazione dei popoli".

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CICCHITTO: Per risolvere la crisi libica serve l'impegno costruttivo di tutto il Paese


22 febbraio 2011

"Vediamo che anche nell’occasione di una vicenda cosi’ drammatica quale quella che vede entrare in crisi alcuni dei regimi politici del Medio Oriente ed esplodere con particolare violenza la situazione della Libia - da nessuno (forza politica, governi, servizi segreti, gruppi economici) prevista con qualche anticipo - e’ accompagnata da polemiche caratterizzate da un elevato livello di ipocrisia e di faziosita’".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, che ha osservato: "Infatti i rapporti dell’Italia con Gheddafi risalgono molto indietro nel tempo, e sono avvenuti certamente ad opera non di un solo schieramento politico: basti pensare al ruolo svolto nel passato da Andreotti, e da Prodi. Allora, mettere in conto solo a Berlusconi come fa adesso Bersani il peso dei rapporti dell’Italia con Gheddafi e’ una esercitazione faziosa e falsa. Piuttosto - ferma la richiesta di bloccare ogni repressione e la condanna di cio’ che e’ avvenuto in questi giorni - adesso il problema di tutti, in primo luogo del Governo, ma anche della maggioranza e dell’opposizione, e’ quello di misurarsi in termini positivi con una situazione che puo’ presentare aspetti esplosivi e che quindi richiede un impegno costruttivo di tutto il nostro Paese".

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SBAI: Anche la rivolta libica serve al Pd per fare dell'antiberlusconismo

 22 febbraio 2011

"Dov’erano quando i giovani tunisini venivano massacrati? Quando in Egitto tornava al-Qaradawi a infiammare l’estremismo? Quando vengono torturati migliaia di eritrei nei campi profughi vicino al Sinai? E’ la solita, triste, piazza antiberlusconiana".

Lo ha dichiarato in una nota il deputato del PdL, Souad Sbai, che ha rimproverato al Pd di non aver mosso un dito quando in Iran Ahmadinejad faceva arrestare, sotto minaccia di impiccagione, i due leader dell’opposizione e sopprimeva nel sangue le manifestazioni per la liberta’.

"Quando tutta la comunita’ iraniana in Italia chiedeva aiuto, anche solo con parole di sostegno. Io pero’ non li ho visti davanti all’ambasciata iraniana la scorsa settimana. Ora si svegliano per il popolo libico solo perche’ riconducono simbolicamente la figura di Gheddafi a quella di Berlusconi. Strumentale oltre che risibile come iniziativa, quella di oggi visto che i popoli hanno eguali diritti e non si puo’ pensare che uno possa essere massacrato e l’altro no, senza dire una parola in merito. Non ci possono essere secondi fini nell’appoggio a chi combatte per la liberta’. La piazza del Pd  e’ lo specchio di un’opposizione incapace di vedere oltre il suo becero antiberlusconismo, destinata a mancare inevitabilmente ogni obiettivo. Come quello di capire che se la Libia cade in mani sbagliate per noi e’ la fine, con una marea umana che si riversera’ sulle nostre coste. E’ una piazza ciecamente strumentale che blatera contro Berlusconi e Gheddafi, ma non si fa mai l’unica domanda giusta: cosa possiamo fare noi per aiutare il Nord Africa di oggi a non finire in mano ad un certo oscurantismo totalitarista ed estremista?".

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O. NAPOLI: La fatwa de "il Fatto" e' l'alba di una nuova democrazia?


22 febbraio 2011

"Non e’ gradevole scoprire il proprio nome inserito in una lista di sostenitori di Silvio Berlusconi da eliminare o da abbattere. La simpatica fatwa on line organizzata dai liberi giornalisti de "il Fatto quotidiano" e’ lo specchio agghiacciante del tempo che tocca di vivere all’Italia".
Così si e’ espresso il vice presidente dei deputati del PdL, Osvaldo Napoli, riferendosi al sondaggio realizzato sul sito on line del giornale. "Un tempo scandito dall’odio personale che si veste di argomentazioni che poco hanno di politico. I Travaglio o i Santoro sono i mullah di quel circo mediatico che incitano all’odio e alla violenza e chiamano alla guerra santa quei gruppi di esaltati pronti fino a ieri a colpire con una miniatura del Duomo o con un treppiede e domani, chissà, forse a imbracciare una pistola. Non mi aspetto e non chiedo la solidarietà degli avversari politici. Perchè la spiegazione di Napoli - dovrei distinguere fra le manifestazioni pelose di vicinanza e quelle autenticamente sincere. Un lavoro sempre più difficile. Potrei soltanto, con ironia un po’ lugubre, sperare di migliorare la mia classifica fra i sostenitori del premier da eliminare. Al ’Fatto’ ignorano un piccolo particolare: che e’ difficile abbattere 14 milioni e mezzo di elettori del PdL e di Berlusconi".

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lunedì 21 febbraio 2011

LEONE: I tempi per l'immunità sono maturi


21 febbraio 2011

"I tempi sono maturi per il ripristino dell’immunita’ parlamentare. Sarebbe un contributo al riequilibrio dei rapporti fra potere giudiziario e potere politico, oggi pendenti troppo a favore del primo, con gravi distorsioni per la vita democratica del Paese".

Lo ha affermato il deputato del Pdl Antonio Leone, vicepresidente della Camera dei Deputati, che ha osservato: "La Carta costituzionale aveva visto lontano. Quando i padri costituenti introdussero l’immunita’ parlamentare vollero garantire agli eletti dal popolo la sicurezza di espletare il loro mandato al riparo da iniziative giudiziarie non idonee, espressione di un potere a cui la Carta pure assicurava, in un sistema bilanciato, ampie indipendenza e autonomia. I furori di Tangentopoli spazzarono via con troppa leggerezza l’istituto dell’immunita’. Con i guasti che sono seguiti, porzioni politicizzate della magistratura si sono assegnato un ruolo politico improprio, rivolto negli anni contro Berlusconi e i governi di centrodestra, ma talvolta anche contro esecutivi di segno opposto. La politica non puo’ continuare a subire una subalternita’ innaturale e pericolosa"

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QUAGLIARIELLO: La zavorra dell'antiberlusconismo e' piu' forte di Bersani




21 febbraio 2011

"Bersani non riesce a fare un passo avanti, la zavorra dell’antiberlusconismo evidentemente e’ piu’ forte di lui e lui vi resta saldamente ancorato. Cosi’ facendo, si trovera’ a pietire un po’ di comprensione dal ’partito giustizialista’ che prolifera in Italia sotto multiformi sembianze e che considera il Pd e il suo segretario degli imbelli perche’ si illudono di battere Berlusconi sul piano politico anziche’ con una sentenza fumante".

Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Bersani non si rende conto che se si riuscisse a far fuori Berlusconi, lo stesso trattamento verrebbe riservato il giorno dopo a chi dovesse prendere il suo posto, senza tanti complimenti ne’ distinzioni politiche. Se dunque e’ dalle regole che si vuole partire, come sostiene il segretario del Pd, regolare il rapporto tra giustizia e politica e’ una priorita’ che prescinde da ogni contingenza. Non e’ un caso che i padri costituenti se ne resero perfettamente conto. L’immunita’ parlamentare non e’ un dogma, e si possono anche immaginare soluzioni alternative. Cio’ che non si puo’ fare e’ liquidare il problema facendo finta che ce la si possa cavare dicendo qualche banalita’ contro Berlusconi: questo non aiuta il Paese e, in fondo, non aiuta neanche il Pd".

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domenica 20 febbraio 2011

PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA E DEGNA DI UN PAESE MODERNO



Messaggio del Presidente Silvio Berlusconi ai Promotori della Libertà

20 febbraio 2011


Cari amici,
al di là dei danni arrecati dalle ennesime, insensate e imperdonabili iniziative giudiziarie messe in campo dai magistrati di Milano, il Presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza hanno lavorato e stanno lavorando alacremente alla soluzione dei tanti problemi che ci affliggono.
Abbiamo affrontato bene la crisi economica internazionale, ma, dopo aver evitato le conseguenze più gravi, siamo ancora alle prese con la necessità di creare le condizioni per uno sviluppo che sia solido e che sia duraturo. Avere garantito la tenuta dei conti pubblici e del bilancio dello Stato, avere mantenuto la pace sociale, avere avviato finalmente la riforma della pubblica amministrazione, realizzato la riforma della scuola e dell’università, sostenuto con molti provvedimenti le imprese, tutto questo ci consente oggi di mettere i primi mattoni della ripresa e del rilancio dell’economia.
Il nostro governo, lungi dall’essere paralizzato o bloccato, come va dicendo l’opposizione con argomentazioni assolutamente  infondate, il nostro governo del fare non si è fermato mai neppure un momento. E ora vogliamo e possiamo andare avanti grazie a un passo che è reso ancora più spedito dall’uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi, che avevano sempre da ridire su ogni nostra iniziativa e ritardavano di proposito le riforme, in particolare, come sapete, quella della giustizia e quella sulle intercettazioni.
Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato sodo, sottoponendo all’approvazione definitiva del Parlamento una serie di provvedimenti importanti: la legge di stabilità per continuare a tenere il bilancio pubblico in sicurezza; la riforma dell’università; il decreto per la situazione dei rifiuti in Campania; la legge comunitaria, più i decreti attuativi della legge sul federalismo fiscale, che per giudizio di tutti rappresenta una riforma epocale per un corretto uso del denaro pubblico, in quanto consentirà ai Comuni di contrastare l’evasione fiscale e consentirà ai contribuenti di controllare se le imposte versate corrispondano alla qualità dei servizi pubblici ricevuti.
Anche nell’ultima settimana l’azione del governo è stata nella direzione della crescita: abbiamo stipulato un accordo con le banche che proroga sino a tre anni la moratoria per il pagamento dei debiti delle piccole e medie imprese, e questo è un provvedimento che ha già aiutato circa 200 mila aziende e che nei prossimi mesi ne aiuterà ancora tantissime per uscire dalla crisi, per tornare a livelli di produzione che generano utili e per garantire migliaia di posti di lavoro.
Di fronte alle crisi politiche e sociali che hanno investito e che stanno investendo la Tunisia e l’Egitto e gli altri Paesi del Nord Africa e che hanno provocato l’afflusso di più di 5mila clandestini in pochissimi giorni, il governo si è riunito d’urgenza ed ha deliberato lo stato d’emergenza umanitaria, che consente l’immediata adozione, con una ordinanza di Protezione civile, delle misure necessarie per controllare il fenomeno e  assistere i cittadini in fuga dalla Tunisia e dagli altri Paesi.
Poiché si tratta di un fenomeno che può assumere dimensioni molto rilevanti e che non riguarda soltanto noi e che non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa, abbiamo chiesto un intervento adeguato dell’Unione europea, e io quanto prima porterò la questione all’attenzione del vertice dei capi di governo dell’Ue e dei partners europei affinchè tutti si facciano carico in modo concreto di questa emergenza.
Il Senato in questa settimana, su proposta del governo, ha approvato il cosiddetto decreto Milleproroghe, che introduce importanti misure di sostegno alle imprese e alle famiglie.
Fra le tante misure abbiamo introdotto: il ripristino della social card per consentire gli acquisti alimentari alle persone più indigenti, con un’innovazione importante che ne affida la gestione agli enti della carità. Abbiamo introdotto delle norme di sostegno all’autotrasporto, con un fondo di 30 milioni per la proroga dell’ecobonus. Abbiamo introdotto sgravi per le banche, che si riverbereranno positivamente sui risparmiatori; abbiamo introdotto acconti per i Comuni in vista dell’attuazione del federalismo fiscale; e sono così tante le cose che è difficile anche ricordarsele, abbiamo ripristinato il cinque per mille per le tantissime associazioni “no profit” che operano secondo il principio di sussidiarietà.
Quanto all’agenda futura, io convocherò il Consiglio dei Ministri per fargli varare entro pochi giorni e in seduta straordinaria la riforma costituzionale, questa importantissima della Giustizia, introducendo delle innovazioni di portata storica nell’ordinamento giudiziario, per fare in modo che anche l’Italia possa avere finalmente una giustizia giusta ed anche una giustizia degna di un Paese moderno, cioè senza quelle ingiustizie, quelle lentezze e quelle inefficienze che hanno scoraggiato per anni anche gli investitori stranieri a venire ad operare da noi.  Sono ingiustizie, lentezze e inefficienze che hanno fatto precipitare al minimo la fiducia delle famiglie e delle imprese nella giustizia, che è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto, quale invece tutti vorrebbero che fosse.
Tra i provvedimenti che sottoporremo di qui in avanti al Parlamento, vi ricordo: la divisione dell’ordine requirente da quello giudicante, con la separazione degli ordini tra avvocati dell’accusa e giudici giudicanti e con un Consiglio Superiore della Magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, accompagneremo queste novità da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e  che è inaccettabile. Introdurremo anche procedure più snelle per invocare la responsabilità civile dei magistrati e anche una normativa sulle intercettazioni telefoniche che ponga fine agli abusi e alle violazioni della nostra privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato, con l’introduzione di nuove norme di garanzia che scoraggino la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni, così come avviene in tutti, tutti i Paesi civili, e tra l’altro come avviene negli Stati Uniti, dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera, e ci resta per molti anni.
Continuiamo quindi, voglio ripeterlo, a lavorare con impegno. Perché come succede in ogni democrazia liberale, il governo è legittimato dal voto popolare ed ha il diritto-dovere, diritto-dovere di governare se ha il sostegno della maggioranza parlamentare.
Noi abbiamo vinto tutte le tornate elettorali degli ultimi tre anni: abbiamo vinto le elezioni politiche, le elezioni europee, le amministrative e quelle regionali. Non solo. Negli ultimi tre mesi il Parlamento ci ha rinnovato per ben otto volte la fiducia al governo, con uno scarto crescente tra maggioranza e opposizione, a favore della maggioranza.
Noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni, ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l’interesse dell’Italia, e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale.
Amici cari, vi invito dopo aver detto forse troppe cose, a fare partecipi delle cose che ho detto di questo messaggio i vostri familiari, i vostri amici e i vostri colleghi di lavoro. Vi ringrazio per il vostro impegno, che si sta rivelando sempre più prezioso per contrastare le menzogne dei nostri avversari.
Vi abbraccio tutti e vi auguro di conservare sempre lo spirito di missionari della libertà, di missionari della democrazia, che vi ha animato e vi anima e che vi rende tanto preziosi per tutti noi.
Ancora grazie, davvero di cuore.

Silvio Berlusconi

venerdì 18 febbraio 2011

ROMANI: Meno burocrazia, più rapido ritorno all'atomo

18 febbraio 2011

Su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di modifica del decreto legislativo del 15 febbraio 2010 relativo all’energia nucleare.
Con questo provvedimento, il governo intende dare nuovo impulso al ritorno dell’atomo in Italia ottimizzando in modo strutturale la disciplina necessaria a conseguire gli obiettivi programmatici e tecnici per velocizzare le procedure di individuazione dei siti e di realizzazione degli impianti. Le novita’ del decreto prevedono: un adeguamento della normativa alla sentenza della Corte Costituzionale circa il parere obbligatorio, ma non vincolante, della Regione nel cui territorio ricadra’ l’impianto, in merito all’autorizzazione unica alla costruzione e all’esercizio della centrale.

La semplificazione delle procedure di valutazione e di autorizzazione dei nuovi impianti, nel rispetto della normativa ambientale, riducendo i tempi di costruzione e di individuazione dei siti. L’autorizzazione ambientale integrata avra’ una validita’ di 15 anni contro i 5 ordinariamente previsti per altri tipi di impianti; altre misure di semplificazione delle procedure e di chiarificazione dei soggetti destinatari dei benefici economici; in particolare si prevede che i benefici connessi all’inizio dei lavori e all’esercizio dell’impianto siano concessi ai cittadini degli enti locali in cui e’ ubicato l’impianto e a quelli degli enti limitrofi in un raggio di 25 km dall’impianto. Adesso lo schema approvato dal Consiglio dei Ministri verra’ trasmesso al Consiglio di Stato, alla Conferenza unificata ed alle Commissioni parlamentari per il relativo parere. "Con queste modifiche, insieme alla recente costituzione dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare
- ha commentato Romani - diamo un nuovo impulso per la realizzazione del programma nucleare in Italia. Adesso c’e’ un percorso chiaro e definito che permettera’ ai diversi livelli istituzionali di collaborare all’individuazione dei siti e alla realizzazione delle centrali. Dal ritorno all’atomo dipendono lo sviluppo e il recupero di competitivita’ della nostra economia: basti pensare ai grandi vantaggi che potremo ottenere a favore del nostro tessuto produttivo soltanto riducendo i costi dell’energia elettrica, per alcuni utenti superiori del 30% rispetto ai nostri partner europei. Il nucleare e’ una riforma strutturale per il nostro sistema industriale e noi vogliamo percorrerla fino in fondo".

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CORSARO: La Festa dei 150 anni e' un segno di grande sensibilita' politica

 


18 febbraio 2011 

"Da oggi in poi il 17 marzo sara’ la giornata dell’orgoglio nazionale e ringraziamo il Governo per aver accolto, con grande sensibilita’ istituzionale e prontezza, l’appello degli Italiani trasmesso dai parlamentari del PdL che gia’ avevano avviato una raccolta firme per l’istituzione di questo giorno di festa".
Lo ha affermato Massimo Corsaro, Vice Presidente Vicario del PdL alla Camera, esprimendo vivo apprezzamento per il varo da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge che proclama festa nazionale la data simbolo dei 150 anni dell’unita’ d’Italia. "Conferire solennita’ alle celebrazioni del 150esimo contribuisce a generare momenti di analisi e riflessione sulla Storia d’Italia, sul significato e sull’attualita’ della raggiunta unita’ della Nazione. Mai come in questo momento, poi, lo spirito identitario si sposa con i temi di attualita’ politica. Essere Italiani", prosegue l’onorevole Corsaro "significa condividere emotivamente una storia, un destino comune, un’appartenenza unici ed irripetibili e tale senso di appartenenza alla storia della nostra Nazione va celebrato proprio nel momento in cui le Istituzioni sono impegnate nella riforma federalista dello stato, perche’ il federalismo non significa rottura con la nostra tradizione quanto, piuttosto, una riformulazione modernizzata sulle reali esigenze del territorio nazionale del senso di Patria".

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GASPARRI: Fini offende chi per lui ha lasciato incarichi di governo



18 febbraio 2011 

"Mentre Giuliano Ferrara sottolinea il modo improprio con cui il presidente della Camera aggiunge alle sue funzioni di garanzia istituzionale un ruolo di polemista politico di parte, non in sintonia con l’invito del Presidente della Repubblica ad abbassare i toni, non posso non rilevare un altro aspetto fortemente ingeneroso degli ultimi scritti di Fini."

Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che ha osservato: "Accusa alcuni esponenti che lo avevano seguito nella sua sortita politica, finita con aperture ad un’alleanza con tutte le sinistre pur di sconfiggere il centrodestra, di cedere ad ambigue offerte. Dimentica, invece, che alcuni membri del governo Berlusconi si sono dimessi dai loro incarichi per aderire alla sua proposta. Oggi nessuno chiede incarichi, ma molti esprimono dubbi politici, piu’ che fondati sugli errori compiuti da Fini e da alcuni suoi collaboratori. E’ insomma vero il contrario di quello che sostiene Fini. Ci sono stati taluni che hanno rinunciato ai propri ruoli per seguirlo e che, constatando i suoi errori, formulano critiche senza nulla pretendere in cambio di un atto di realismo. Offendere queste persone e’ un ulteriore errore politico compiuto da Fini".

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QUAGLIARIELLO: Ripristinare l'immunita' parlamentare

L’intervento di Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, su “Il Tempo” del 18-02-2011

Caro direttore,
proprio mentre sul presidente Berlusconi si abbatte la più spregiudicata scarica di colpi bassi da quando la lunga persecuzione giudiziaria nei suoi confronti ha avuto inizio, la maggioranza si va rafforzando in misura consistente, nonostante le poco istituzionali invettive del presidente della Camera. Ciò impone almeno due considerazioni che nei prossimi giorni appariranno sempre più evidenti.
Innanzi tutto, il confuso agitarsi di partiti e aspiranti leader in cerca d’autore, e lo sfarinamento in tempo record di progetti ambigui e animati solo da cieca contrapposizione, ha chiarito al di là di ogni dubbio che il centrodestra in Italia esiste. Vi può essere chi si proponga di cambiarlo, di strutturarlo diversamente, anche di migliorarlo.


Ma di certo non si può far finta che non esista, o illudersi di revisionarlo stringendo accordi e alleanze con coloro che i moderati e liberali hanno sempre considerato avversari storici. Gli eventi hanno infatti sancito la sconfitta di una prospettiva "unionista" da contrapporre al "grande malfattore". Lo spazio a sinistra è sovraffollato e la liturgia dell’antiberlusconismo ha già fin troppi celebranti della prima ora: illudersi di conquistare un’area già satura, per di più al ricasco del disegno di alcune toghe militanti e senza i numeri per affermarsi in Parlamento, significa coltivare una prospettiva asfittica e sbagliare clamorosamente i conti.


C’è poi una seconda considerazione, che investe il rapporto tra giustizia e politica e la stessa agibilità democratica del Paese. Liquidare come "spirito di autoconservazione della casta" i ripetuti voti con cui in diverse circostanze il Parlamento ha preservato lo spazio della politica e la sovranità popolare da incursioni giudiziarie, significherebbe infatti non aver compreso la reale posta in gioco. Significherebbe non capire che l’allentamento delle garanzie in tema di giustizia penale, la scissione completa fra giustizia e sovranità popolare e il venir meno del fattore di equilibrio che i Costituenti avevano individuato nell’immunità parlamentare, configurano di fatto l’esistenza di un corpo separato e autoreferenziale, irresponsabile rispetto al proprio operato e rispetto agli altri poteri dello Stato, al netto dell’onesto e discreto lavoro di tanti magistrati. Il combinato disposto tra un’obbligatorietà dell’azione penale ormai sconfinata in arbitrio assoluto e l’assoggettamento della polizia giudiziaria senza che questa dipenda da linee gerarchiche, ha reso i pm di fatto onnipotenti.

E l’affermarsi della giurisprudenza creativa ha svincolato la magistratura anche rispetto alla legge, recidendo l’ultimo residuo legame con il circuito democratico.
Caduto il contrappeso costituzionale dell’art. 68, caduta la soggezione esclusiva alla legge approvata dai rappresentanti del popolo, la scissione del potere giudiziario dalla sovranità popolare si è fatta così assoluta. L’unica sede di compensazione istituzionale risiede nel Csm, ed è per questo che quanti hanno a cuore il principio di leale collaborazione guardano preoccupati al pericolo di derive politiche, corporative e correntizie dell’organo di autogoverno della magistratura e ai suoi sconfinamenti.


La grande anomalia italiana fin qui descritta ha reso oggi possibile l’attacco alle istituzioni democratiche. La stessa anomalia ha condannato ieri il governo Prodi, e minaccerà domani chiunque, forte della legittimazione democratica ma nudo di fronte all’uso politico della giustizia, dovesse cimentarsi con il governo del Paese. E’ dunque necessario cogliere fin da ora l’opportunità offerta dal rafforzamento della maggioranza conseguito in queste ore, mettendo mano senza indugi a una riforma dello Stato che garantisca equilibrio al sistema, a cominciare dal ripristino dell’art. 68 al quale lei, caro direttore, ha fatto spesso riferimento. L’offensiva mediatico-giudiziaria, e la sponda di chi si illude di goderne oggi i frutti senza pagarne lo scotto domani, stanno suscitando in Parlamento una controffensiva di responsabilità da parte di chi ha a cuore le sorti dell’Italia. Se non ora, quando?

Gaetano Quagliariello

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BERGAMINI: Bene la bozza Alfano. Ora la riforma in Aula

18 febbraio 2011 

"E’ un passo decisivo per il paese. La volontà di riformare per via costituzionale il settore della giustizia era uno dei punti programmatici del 2008.

Ora che hanno fallito i distruttivi personalismi di pochi, la maggioranza può finalmente proporre agli elettori soluzioni concrete per evitare distorsioni antidemocratiche e migliorare un servizio così determinante". Lo ha affermato Deborah Bergamini, deputato del PdL, commentando l’iniziativa del Governo sulla riforma costituzionale della giustizia. "Spero che la bozza Alfano, approvata oggi in consiglio dei Ministri, giunga presto in aula per cominciare il suo iter. E’ tempo che anche l’Italia adotti un sistema giuridico moderno, degno di un paese occidentale".

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mercoledì 16 febbraio 2011

CORSARO: La richiesta di dimissioni del premier e' disperazione politica

15 febbraio 2011

"Quando Franceschini ha preso la parola in Aula per commentare il rinvio a giudizio del presidente del Consiglio, ci aspettavamo un sussulto di orgoglio del politico.

Pensavamo che il capogruppo Pd prendesse atto della curiosa tempistica di una vicenda del tutto estranea alla politica e volesse prendere le distanze dal pesante intervento di un potere contro l’altro. Che Franceschini difendesse una decisione che, seppur da lui non condivisa, ha visto il Parlamento esprimersi pochi giorni fa sulla competenza ad agire dei giudici di Milano. Nulla di tutto questo: il povero Franceschini ormai del tutto avulso da ogni tentativo di confronto politico, non ha trovato di meglio che battere sul tempo il capogruppo dell’Idv per chiedere le dimissioni di Berlusconi". Lo ha dichiarato Massimo Corsaro, vicepresidente vicario del Gruppo Pdl alla Camera dei deputati. "Peggio ancora, ha provato a sostenere che il premier non vuole dimettersi per timore del riscontro elettorale. Argomento questo che dovrebbe essere vietato per legge a uno come Franceschini rappresentante di un partito che ha perso tutte le elezioni che si sono celebrate da quando è nato, che è riuscito a veder sempre sconfitto il proprio candidato anche nelle primarie di coalizione, e che l’unica volta che le ha vinte lo ha fatto con il candidato sbagliato, votato da una prezzolata comunità di cinesi napoletani. La fotografia di un’automobile che si cappotta in parcheggio, cui rispondiamo con le azioni di Governo, che è legittimo perché rappresentativo della volontà popolare e del consenso parlamentare, quello che i Franceschini di turno non hanno raccolto nemmeno mettendo insieme Fini e Di Pietro".

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martedì 15 febbraio 2011

LUPI: La Procura di Milano cerca di ribaltare l'ordine democratico

15 febbraio 2011

"La scelta del gip di Milano, peraltro largamente prevista, di disporre il rito immediato per il presidente Berlusconi, non cambia la sostanza di cio’ che sta accadendo: c’e’ una procura italiana che, attraverso una indagine risibile, sta cercando di ribaltare l’ordine democratico.

L’offensiva lanciata dai magistrati nei confronti del premier non ha precedenti in Italia e nel mondo". Lo ha dichiarato il vicepresidente del Pdl alla Camera, Maurizio Lupi. "Ma il presidente del Consiglio ha poco da temere perche’ anche questa volta tutto finira’ in una bolla di sapone. Per questo dobbiamo continuare a percorrere con convinzione la strada delle riforme. I numeri sono dalla nostra parte, andiamo avanti, i cittadini, gli unici che possono veramente decidere il futuro di un governo, vogliono questo".

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lunedì 14 febbraio 2011

BRAMBILLA: LA DIGNITA’ NON SI TROVA IN PIAZZA

L'intervento del ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, pubblicato sul Corriere della Sera del 14-02-2011



Ieri, alcune donne hanno manifestato nelle piazze italiane per reclamare il rispetto della loro dignità. Hanno preso la parola testimonial d’eccezione: professioniste, esponenti della politica, del mondo della cultura e dello spettacolo. Tutte donne che ce l’hanno fatta. Ma con la forza delle proprie idee e del loro lavoro. Hanno saputo emergere perché sono brave non perché qualcuno ha regalato loro dignità. Se la sono data da sole. Ed è questo il punto: ieri si è voluto resuscitare una sorta di femminismo fuori dal tempo per mascherare un uso tutto politico e ”personalizzato” della questione femminile.
Dagli anni Settanta ad oggi, le donne italiane hanno fatto tanta strada. Ero una bambina quando la componente più radicale e di sinistra scendeva in piazza inneggiando al diritto di potere disporre del proprio corpo e della propria libertà di scelta. Rivendicavano un cambiamento culturale che potesse metterle in una condizione di indipendenza, faticosamente affermata nei decenni a seguire, e per la quale tutte noi siamo debitrici. Hanno ottenuto il divorzio, la legge 194, purtroppo ancora in parte non applicata per l'aspetto del sostegno alle donne in difficoltà, perché l'aborto è un'opzione estrema – e sulla quale personalmente dissento -, che apre una ferita nella coscienza. Hanno ottenuto la legge sulla procreazione assistita, contrastata e discussa quanto si vuole, ma certamente un significativo passo verso la libertà di scegliere la maternità. E poi tutti gli strumenti di sostegno e gli incentivi, che negli anni la politica ha saputo concretizzare. Fino ad arrivare alla legge sullo stalking, un fiore all'occhiello di questo governo, che si è particolarmente distinto per la sua attenzione alle donne ed alle loro esigenze. Ma molto resta ancora da fare.
L’occupazione femminile in Italia – lo rilevo anche da imprenditrice - è inferiore alla media di altri paesi europei. Le ragioni sono da ricercare nella scarsità di servizi dei quali le mamme possono usufruire per potere crescere i propri figli e nel contempo continuare a lavorare. Gli asilo nido non bastano, i costi non sono sempre abbordabili anche per quanto riguarda le soluzioni alternative, c’è il problema degli orari pomeridiani che mal si conciliano con quelli di chi svolge un’attività di qualunque genere, c’è la cura degli anziani della quale farsi carico. Ma se è scarsa la partecipazione femminile al mondo del lavoro, lo è ancora di più ai piani alti dell’economia. Come nella politica. Dopo anni di chiacchiere sulle “quote rosa”, il Governo Berlusconi ha senz’altro segnato un significativo cambiamento con 5 donne ministro e portando in parlamento un congruo numero di deputate e senatrici.
Tuttavia, l’effettiva parità è ancora lontana.
Dilungarsi ancora sarebbe facile ma credo che oramai sia abbastanza chiaro perché, a mio avviso, non abbia alcun senso scendere in piazza per reclamare dignità. La dignità ce la diamo da sole. Sia che scegliamo di declinarla nel mondo del lavoro, sia crescendo i nostri figli. Quello che conta è la libertà di scelta. E se dobbiamo scendere in piazza, facciamolo per qualcosa di concreto, per pretendere strumenti che ci garantiscano maggiore autonomia. Non certo per la manifestazione di ieri, che non trova una sua giustificazione nella realtà ma – e mi dispiace dirlo - solo nella politica del tutto strumentale che la sinistra cerca di portare avanti, in mancanza di altri più credibili argomenti.
Qual è, infatti, il problema che tanto scalda gli animi delle signore di sinistra? Non volevano per sé quella libertà di disporre della propria vita, che oggi le giovani donne esercitano in misura sconosciuta alle loro nonne e forse anche alle loro madri? Le loro scelte vanno quindi rispettate, senza giudicarle. E questo certamente vale anche per coloro che ora sono scese in piazza. Libere di farlo, naturalmente. Ma non confondiamo un gruppo di donne fortemente politicizzate con tutte le donne italiane, che certamente esse non rappresentano e che, oltretutto, non hanno loro chiesto di farlo. Come donna e madre, ancorché Ministro della Repubblica, rivendico la mia totale non adesione a questa passerella. E propongo invece alle colleghe dell’opposizione, che sono state l’anima di questa manifestazione, di unire le nostre forze intorno ad un progetto comune: quello di lavorare per garantire a tutte le donne italiane il diritto ad un’uguale rete di servizi e di opportunità, che garantisca loro la libertà di vivere la propria vita come desiderano.

Michela Vittoria Brambilla, Corriere della sera, 14 febbraio 2011

venerdì 11 febbraio 2011

BERLUSCONI: E' un golpe morale che non passera'


l’intervista a Silvio Berlusconi pubblicata da "Il Foglio" di venerdì 11 febbario 2011 pubblicata integralmente sul sito del PDL

Il presidente del Consiglio è sotto assedio giudiziario e il suo partito, che ha vinto le elezioni, dichiara che i pubblici ministeri agiscono in base a un piano politico eversivo, sono mobilitati contro di lui come una ’avanguardia rivoluzionaria’

L’accusa è pesante, ma è anche dimostrabile?

’Questo e’ il contenuto del documento votato all’unanimità dall’Ufficio di presidenza del Popolo della libertà. Per quanto mi riguarda devo osservare che dalle cronache di questi giorni si capisce che i pubblici ministeri e i giornali o i talk show della lobby antiberlusconiana, che trascina con sé un’opposizione senza identità propria, si muovono di concerto: si passano le carte, non si comprende in base a quale norma, come nell’inchiesta inaccettabile di Napoli; oppure, come e’ avvenuto a Milano, scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle ’vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista. Per il reato di cena privata a casa del premier hanno stilato un mandato a comparire, solitamente di due paginette burocratiche, allegando 400 pagine di origliamenti e altri documenti presunti d’accusa con uno scopo preciso, uno scopo comune a magistrati che dovrebbero agire in nome della legge e oppositori politici del governo e miei personali’.

Quale scopo?

’Lo hanno scritto su tutti i giornali il professor Zagrebelsky, la signora Spinelli, il professor Asor Rosa e tanti altri: bisogna liberarsi di Berlusconi evitando il voto degli italiani, tutti rincretiniti secondo queste élites boriose e antidemocratiche, e ci vuole dunque una iniziativa, cito letteralmente, ’extraparlamentare’ che punti sull’emergenza morale per distruggere la sovranità politica che il popolo italiano non è degno di esercitare. Così distrussero, con il suo male ed il suo bene, la Prima Repubblica, così provano da molti anni a far fuori la nuova politica, quella delle libertà civili, del garantismo per tutti e dell’alternanza democratica di governo garantita dal sistema maggioritario di cui sono il padre politico effettivo’.

E’ la solita tiritera del ribaltone?’No, c’è qualcosa di più e di diverso. Il primo ribaltone del 1994-1995 si fondò sul rigetto delle elezioni manovrato dal presidente della Repubblica di allora, lo Scalfaro del famigerato ’non ci sto’ che ora conciona allegramente sulla ’legge-uguale-per tutti’. Diedero una parvenza di istituzionalitàa una manovra di Palazzo fondata sulla perdita della maggioranza in Parlamento. Stavolta c’è una coscienza pubblica diffusa dell’intollerabilità costituzionale e civile di un siffatto modo di procedere, il famoso golpe bianco, anche perché abbiamo un presidente che è un galantuomo, e allora ricorrono a quello che lei, caro direttore, ha chiamato ’golpe morale’. Vogliono procedere con le scarpe chiodate di una giustizia che travolge i diritti della persona, e con essi mira a travolgere il funzionamento regolare delle istituzioni. E’ per questo che nel documento del Popolo della libertà si parla di eversione politica. E’ un giudizio tecnico, non uno sfogo irresponsabile. L’obiettivo conclamato, proclamato e declamato ad alta voce e’ di far saltare governo e maggioranza attraverso l’assedio giudiziario, paralizzando l’esecutivo, mettendo l’Italia sotto la luce più fosca al cospetto del mondo, e alla fine contando su una condanna penale che sperano possibile e che costruiscono con il preciso intento di togliermi i diritti civili. Non ce la faranno, però, intanto perché c’è un giudice a Berlino, e io ho fiducia di trovarlo, e poi perché in una democrazia il giudice di ultima istanza, quando si tratta di decidere chi governa, è il popolo elettore e con esso il Parlamento, che sono i soli titolari della sovranità politica’.

Ma questo vuol dire che lei personalmente è in un certo senso al di sopra della legge?’Certo che no. I padri costituenti avevano stabilito saggiamente che prima di procedere contro un parlamentare si dovesse essere certi, attraverso un voto della sua Camera di appartenenza, che si era liberi dal sospetto di accanimento o persecuzione politica. Era un filtro tra i poteri autonomi dell’ordine giudiziario e la sovranità e autonomia della politica. Io ho già affrontato vittoriosamente decine di processi e affronterei serenamente qualsiasi altro processo. Da cittadino privato me la caverei senza problemi, con accuse così ridicole, sostanziate solo da pregiudizio e da tecniche inquisitorie indegne di un paese civile, come la negazione dei testi a difesa del caso Mills o addirittura la violazione di un voto del Parlamento, come nel caso di questi giorni. Ma io resisto perché, come sempre nella mia storia, l’attacco al mio privato è in realtà un attacco al ruolo pubblico che svolgo, alla mia testimonianza democratica. Vede, hanno perso per strada, come sempre quando ci si ostina in modo fazioso contro un avversario trasformato in ’nemico assoluto’, la distinzione tra il conflitto politico e il funzionamento e la dignità delle istituzioni sovrane.



Chi, come voi dite, predica una Repubblica della virtù, con toni puritani e giacobini, ha in mente una democrazia autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata. Io, qualche volta, sono come tutti anche un peccatore, ma la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me è fatta per ’andare oltre’ me, come ha detto il professor Zagrebelsky al Palasharp. E’ fatta per mandare al potere attraverso un uso antigiuridico del diritto e della legalità, l’idea di cultura, di civiltà e di vita, di una élite che si crede senza peccato, il che è semplicemente scandaloso, è illiberalità allo stato puro. Luciano Violante e’ tornato a distinguere tra peccato e reato e ad ammonire contro quella insana passione per una soluzione extrapolitica, extraparlamentare ed extrademocratica del conflitto civile. Gli anticorpi contro il fanatismo ci sono. Gente capace di capire che si sta facendo un danno anche economico e d’immagine al paese, cercando di impantanarlo in una situazione radicalmente negativa, che potrebbe condurre al declino e imbrigliare la sua capacità di sviluppo, ce n’è. I sondaggi e l’aria del tempo ci dicono che la maggioranza dei cittadini e’ stufa della pornografia politica e giudiziaria e vuole che si torni a ragionare, e soprattutto ad operare, intorno alle cose che contano davvero per la loro vita. Ed è quello che io e il mio governo ci sforziamo di fare tutti i giorni’

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Toghe e Csm ascoltino Napolitano

11 febbraio 2011

"Il presidente Napolitano ha ragione: la Costituzione e la legge fissano molte regole e principi a garanzia di un giusto processo e a tutela della dignità dei cittadini. A cominciare dal diritto inalienabile al proprio giudice naturale, per proseguire con la presunzione di innocenza, il segreto istruttorio, il diritto alla riservatezza, la parità fra accusa e difesa, la terzietà del giudizio". E' il commento di Gaetano Quagliariello, al richiamo del capo dello Stato.
"Da parte nostra, condividiamo l'esigenza di disinnescare conflitti istituzionali e processi mediatici, e crediamo che il primo passo sia proprio ricondurre l'esercizio della giurisdizione nel suo ambito naturale al riparo da politicizzazioni, abusi e finalità improprie" osserva il vicepresidente dei senatori Pdl secondo il quale "sperare che l'autorevole richiamo del Capo dello Stato trovi ascolto presso la Procura di Milano è chiedere troppo. Visto il contesto nel quale è stato pronunciato e gli interlocutori ai quali era rivolto, ci limitiamo ad augurarci che il Csm e il suo vicepresidente non restino del tutto sordi all'appello, e invece di formulare continue invettive politiche lascino spazio a un'inversione di tendenza per il bene delle istituzioni e della stessa magistratura. Auspichiamo infine che la politica trovi al più presto la strada per ripristinare l'equilibrio originario fra i poteri dello Stato, che i Padri costituenti avevano esplicitamente previsto e che un tragico errore ha portato a sopprimere, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti".

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giovedì 10 febbraio 2011

QUAGLIARIELLO: La Corte Costituzionale rifletta sui pm della Procura di Milano

10 febbraio 2011

"Oltre a commentare indiscrezioni giornalistiche, il presidente della Corte costituzionale dovrebbe riferirsi ai documenti scritti nero su bianco. Ci permettiamo a tal proposito di suggerirgli la lettura del documento diramato ieri dall’ufficio di presidenza del PdL, nel quale vi e’ un esplicito riferimento alla sentenza della Consulta sul legittimo impedimento, qualificata come atto ’che avrebbe potuto contribuire al ripristino di un equilibrio tra poteri dello Stato"’.

Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Sulla scelta della Procura di Milano di notificare l’invito a comparire al presidente Berlusconi neanche ventiquattr’ore dopo quella sentenza e’ comprensibile che il presidente De Siervo non si sia espresso, mantenendo quel riserbo che invece non ha avuto in altre valutazioni da lui oggi formulate. Ma forse per lui e per i moderati della Corte costituzionale, ai quali egli ha fatto riferimento, quella singolare coincidenza potrebbe essere oggetto di una proficua riflessione sul principio di leale collaborazione tra i poteri dello Stato, al quale la Corte ha piu’ volte richiamato".

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PDL: A Milano si sta consumando un caso gravissimo di uso politico della giustizia

10 febbraio 2011 

Nota a cura dell’ufficio di presidenza del Pdl

"A Milano si sta consumando un caso gravissimo di uso politico della giustizia in un Paese come l’Italia che pure negli ultimi 17 anni aveva conosciuto numerosi tentativi della magistratura militante di sovvertire il verdetto democratico.


Il venir meno dei contrappesi nei rapporti tra poteri dello Stato, l’applicazione arbitraria di principi astratti come l’obbligatorieta’ dell’azione penale e l’affermarsi della ’giurisprudenza creativa’ rispetto alla stessa legge hanno dilatato a dismisura la sacrosanta autonomia della magistratura, trasformando di fatto l’ordine giudiziario da ordine autonomo in potere irresponsabile e privando i cittadini e la stessa democrazia di tutele rispetto a possibili azioni spregiudicate dal carattere eversivo. Il bombardamento mediatico compiuto attraverso la diffusione illegale, arbitraria e rateizzata di atti unilaterali e privi di qualsiasi rilevanza penale mette a repentaglio il diritto dei cittadini alla riservatezza, che nessuna facolta’ di indagine e nessun diritto di cronaca, pur sacrosanti, potra’ mai compiere del tutto fino ad annullarlo. A tal proposito dispiace rilevare l’assoluta inadeguatezza delle prese di posizione del Garante per la Privacy rispetto al diritto costituzionalmente protetto che tale Autorita’ e’ chiamata a tutelare".

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mercoledì 9 febbraio 2011

BERGAMINI: Con il Premier per la responsabilita' delle toghe


09 febbraio 2011 

"Che tutto l’armamentario di fango ad orologeria organizzato da un pezzetto della procura di Milano, dai soliti media e intellettuali di regime possa basarsi sulla sola differenza di interpretazione fra qualita’ e funzione della carica di presidente del Consiglio, appare davvero raccapricciante".

Lo ha affermato Deborah Bergamini, deputato del Pdl, commentando le richieste dei Pm milanesi sul caso Ruby. "Di fronte all’attacco in atto contro liberta’ personali e liberta’ politiche, il Pdl e’ sereno quanto lo e’ il suo leader. E tuttavia, come ha ribadito Berlusconi pensando al bene della nostra democrazia, non basta affrontare con serenita’ la persecuzione politico-giudiziaria in atto ormai da oltre 15 anni; e’ necessario riformare la giustizia e rendere i magistrati responsabili delle loro azioni. E’ un passo di civilta’ che la maggioranza deve al futuro del paese. Non solo a se stessa".

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martedì 8 febbraio 2011

BRAMBILLA: Nasce Vacanze sicure di Easy Italy

07 febbraio 2011

"Il caso della turista italiana rapita nel Sahara e più in generale le manifestazioni di piazza in Egitto e le tensioni politiche in altri paesi africani o asiatici, ripropongono con forza il problema della sicurezza dei nostri concittadini che si recano in questi Paesi o in altri Paesi considerati, anche temporaneamente, a rischio".
Lo ha affermato il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, affrontando direttamente il tema legato al rimpatrio dei nostri connazionali dall’Egitto e all’incidente avvenuto in Algeria.

"Troppo spesso vengono scelte destinazioni internazionali per le proprie vacanze sulla base di suggestioni e curiosità, senza ben approfondire prima gli eventuali rischi e pericoli ai quali ci si potrebbe esporre. E’ dunque essenziale, prima di decidere se partire, informarsi bene sulla situazione in cui si trova il Paese individuato. Per questa ragione ed alla luce dei recenti fatti di cronaca, ho voluto istituire il servizio "Vacanze Sicure" di Easy Italy. Il call center del Ministero del Turismo, Easy Italy, è attivo 7 giorni su 7 e risponde in tutte le principali lingue, compreso il russo ed il cinese. Componendo il numero telefonico 039039039 sarà possibile avere in tempo reale ogni tipo di informazione circa le aree più "calde" del mondo ed i paese nei quali è, per lo meno temporaneamente, sconsigliato recarsi. Le stesse informazioni sono reperibili anche via web sul portale ufficiale del turismo italiano, www.italia.it, che si collega direttamente ai due siti del Ministero degli Esteri (Viaggiare sicuri e Dove siamo nel mondo), aggiornati in tempo reale per quanto riguarda le condizioni di ogni singolo paese.

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domenica 6 febbraio 2011

ABBIAMO IL DOVERE DI CONTINUARE A GOVERNARE

Messaggio del Presidente Silvio Berlusconi ai Promotori della Libertà


Cari amici,

torno a rivolgermi a voi, dopo una settimana densa di avvenimenti in Italia e nel mondo.

Mentre da noi alcuni magistrati perseverano nell'intromettersi in modo illegittimo nella vita privata dei cittadini e i giornali appaiono concentrati solo a guardare queste vicende, come dal buco della serratura, nel mondo, e più precisamente alle nostre frontiere, stanno avvenendo cambiamenti epocali.

La frustrazione, la disillusione, il risentimento che nascono dalla povertà e dalla mancanza di regole democratiche, potrebbero incanalare le proteste che si sono manifestate in Tunisia e in Egitto verso le posizioni dell'integralismo islamico e del rigetto dei valori dell¹Occidente.

Per questo anche noi abbiamo grandi responsabilità: dovremo impegnarci per estendere i benefici del progresso economico a tutti i Paesi del mondo; dovremo assecondare e sostenere una ordinata evoluzione democratica anche in quei Paesi che riescono faticosamente ad uscire da regimi e non possono contare su consolidate tradizioni liberali.

Per quanto ci riguarda difficilmente potremo vivere a lungo in un'isola tutto sommato felice, come la nostra Europa, il nostro Occidente, che sono circondati da acque tempestose e da ogni tipo di pericoli e di minacce.

Per queste ragioni saranno molto importanti le decisioni che verranno prese dai prossimi vertici europei, dal G8 e dal G20.

E veniamo ai problemi del nostro Paese.

Durante questa settimana, dicevo, sono avvenuti alcuni fatti importanti.

Innanzitutto, il Parlamento ha respinto, in una sola giornata, con una maggioranza ampia e qualificata, la richiesta della procura di Milano di perquisire gli uffici della segreteria politica di un parlamentare, un certo Silvio Berlusconi, sempre lui, mentre il Governo ha fatto un ulteriore passo in avanti nell'approvazione del federalismo fiscale, approvazione che completeremo in Parlamento nel pieno rispetto delle procedure previste dalla stessa legge di riforma (e delle indicazioni del Capo dello Stato).

Si tratta di un risultato estremamente positivo, di una riforma fondamentale per rendere l'Italia più moderna e efficiente.

E' la conferma che il governo sta procedendo senza esitazioni nella realizzazione del nostro programma, del quale il federalismo rappresenta un punto essenziale.

Questa riforma garantirà che una parte consistente delle risorse rimangano sul territorio che le ha prodotte, pur senza venir meno ai doveri di solidarietà nazionale che ci impone il fatto stesso di vivere uno Stato del quale fra breve celebreremo i 150 anni dell'unità.

E' significativo che proprio questo anniversario coincida con una riforma così importante e profonda dell'assetto del nostro Stato. Grazie al federalismo fiscale i cittadini potranno infatti meglio controllare l'impiego delle risorse, e gli amministratori locali saranno più responsabilizzati. Questo significherà meno costi, servizi più efficienti, una competizione virtuosa fra le regioni per garantire al cittadino migliori condizioni di vita.

Significherà anche per le regioni più forti la possibilità di gestire al meglio la ricchezza prodotta dai loro cittadini. Per le regioni più deboli significherà la possibilità di liberare e mettere in gioco tutte le loro risorse e le loro capacità passando da un regime di sovvenzioni e sperperi ad uno di responsabilità. E' una sfida impegnativa per le regioni sia del Nord che del Sud, che potranno e dovranno dimostrare di avere una classe dirigente all'altezza del proprio compito.

Mercoledì prossimo, infine, terremo un consiglio dei ministri, in seduta straordinaria, per il varo di importanti provvedimenti in materia di sviluppo economico.

Dall'inizio della legislatura ad oggi la nostra ottima squadra di governo ha lavorato con grande energia, con una determinazione e con una compattezza che ha pochi precedenti.

Abbiamo ottenuto in questo modo risultati straordinari, che nessun governo è mai stato capace di conseguire in così poco tempo.

Purtroppo, inaspettatamente, si è verificata nella maggioranza la diaspora del Fli.

Il paradosso è che il germe della divisione è stato inoculato all'interno del Popolo della Libertà da uno dei fondatori del nuovo partito, l'on. Fini, eletto, proprio con il voto della maggioranza, a Presidente della Camera.

Così uno stillicidio di polemiche, di critiche e di distinguo pressoché quotidiani ha finito per offuscare i meriti dell'azione del nostro governo e alla fine ha condotto alla nascita di un nuovo gruppo parlamentare e di un nuovo partito, passato all'opposizione in alleanza con la sinistra, tradendo il voto degli elettori e consegnandosi ad un futuro di consensi, valutato dagli esperti all'1,6%.

Nonostante questa scissione, che ha diminuito logicamente i numeri della nostra maggioranza, negli ultimi 2 mesi il nostro governo si è presentato per ben 8 volte consecutive di fronte al Parlamento che ci ha confermato sempre la sua fiducia.

Al contrario l'opposizione, mentre il governo si è consolidato e si è rafforzato, l'opposizione si è sgretolata, si è divisa, si è indebolita, ma continua a cercare di intralciare l'azione del governo e a chiedere le nostre dimissioni ed elezioni anticipate.

Ma noi non abbiamo cambiato la nostra posizione. Abbiamo sempre ritenuto e riteniamo che le elezioni anticipate siano un danno per il nostro Paese.

L'Italia ha bisogno di stabilità, di governabilità, cioè di un governo capace di governare e di realizzare le riforme che sono necessarie. Questo è tanto più necessario in un momento di perduranti difficoltà dell'economia e di gravi rivolgimenti a livello internazionale.

Il nostro governo in questa prima metà della legislatura, nonostante la crisi economica internazionale e le difficoltà derivanti dalla particolare conflittualità della politica italiana, ha conseguito molti risultati: ha tenuto i conti in ordine, ha abrogato l'ICI, ha preservato la pace sociale aiutando tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro, ha condotto con successo un'azione di forte contrasto alle organizzazioni criminali come non era mai successo nella storia della Repubblica, ha fermato l'immigrazione clandestina, ha realizzato molte riforme a partire dalla scuola all'università, al federalismo, ha aiutato le aziende con la diminuzione delle imposte sugli straordinari, con la moratoria sui debiti, con lo spostamento del versamento dell'IVA al ricevimento del pagamento della fattura, ha difeso bene gli interessi dell'Italia in Europa e nel mondo, ha procurato importanti commesse internazionali alle nostre aziende, e infine non ha mai aumentato le tasse, non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini.

Sono assolutamente certo che il nostro governo sia in grado di operare in modo altrettanto efficace per i due anni abbondanti che mancano alla conclusione della legislatura e sono convinto che a questo governo non vi siano alternative perché c'è una buona maggioranza che lo sostiene sia alla Camera che al Senato e anche perché la sinistra, da tempo, non rappresenta nessuna credibile alternativa di governo.

E se andassimo a nuove elezioni, ad un nuovo governo si ripresenterebbero gli stessi problemi di oggi, per di più aggravati da una lunga e feroce campagna elettorale.

Abbiamo quindi il dovere di continuare a governare qui e ora.

Non ci faremo distogliere dalle polemiche e non ci faremo intimidire da un'opposizione che continua a perseguire il tanto peggio tanto meglio.

Sono sicuro che i cittadini hanno ben chiaro chi è che lavora per il bene dell¹Italia e chi invece fa il contrario.

Siate dunque sereni, diffondete come sempre, e ve ne ringrazio molto, il nostro messaggio e prendetevi da me un forte, fortissimo abbraccio.



Silvio Berlusconi

venerdì 4 febbraio 2011

STRACQUADANIO: Sul federalismo il governo ha agito bene

04 febbraio 2011 

"Il governo ha agito nel pieno rispetto della legge e avra’ modo di rappresentarlo al capo dello Stato mentre sara’ opportuno che la maggioranza parlamentare e lo stesso presidente della commissione bicamerale sul federalismo richiamino i presidenti di Senato e Camera al rispetto della legge modificando immediatamente la composizione della commissione, per evitare quel vulnus alle regole che sta alla base della mancata espressione di parere da parte della commissione bicamerale per il federalismo".

Lo ha affermato il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio, che ha osservato: "La nota del presidente Napolitano va discussa innanzitutto nel merito respingendo l’uso propagandistico che ne va facendo in queste ore il Pd, dando dimostrazione di un’assoluta mancanza di riguardo per il capo dello Stato che viene cosi’ irresponsabilmente gettato nello scontro politico. La domanda a cui dobbiamo rispondere e’ se esista difformita’ tra gli orientamenti parlamentari e il decreto legislativo adottato ieri dal consiglio dei ministri. La risposta e’ no per la semplice ragione che la commissione ha deciso di non decidere. C’e’ poi un’altra questione: l’articolo 3, comma 1, prevede che la composizione della Commissione debba rispecchiare la proporzione dei gruppi. Oggi cio’ non avviene: la maggioranza di governo, in superiorita’ numerica in entrambe le Camere, ha solo 14 componenti su 30 (essendo Helga Thaler della SVP) anziche’ 16 su 30. Il nuovo gruppo di Iniziativa responsabile non ha alcun rappresentante. E’ necessario ripristinare al piu’ presto la proporzionalita’ dei gruppi nella Commissione, come prevede la legge, in vista dei prossimi decreti attuativi del federalismo fiscale".

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martedì 1 febbraio 2011

NANIA: L'iniziativa del premier non e' mai troppo tardi per il Paese

 31 Gennaio 2011

"La proposta del presidente del Consiglio, Berlusconi, non solo e’ condivisibile, ma ampiamente praticabile. Quando si tratta di fare il bene del Paese e dei cittadini, non e’ mai troppo tardi.

Berlusconi, con questo appello concreto si e’ rivolto al segretario del Pd, Bersani, che se veramente ha a cuore il bene e lo sviluppo del Paese, non dovrebbe esitare a raccogliere la sfida. Agire insieme in Parlamento, partendo dalle liberalizzazioni e andando a riformare l’articolo 41 della Costituzione per ridare impulso all’economia e alla crescita del Paese, a vantaggio delle imprese e dei giovani, sarebbe una bella dimostrazione di responsabilita"’. Cosi’ si e’ espresso il vice presidente del Senato, Domenico Nania.


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BRAMBILLA: Ora le opposizioni non hanno più alibi

1 febbraio 2011

“Dopo la proposta del Presidente Berlusconi, non ci sono più alibi per nessuno. Soprattutto per  quelle forze politiche che, anche sedendo sui banchi dell’opposizione, dicono da tempo di volere, in Parlamento, un confronto il più aperto, concreto e fattivo possibile sulle misure da adottare per riportare la nostra economia e il nostro libero mercato sulla strada di una crescita strutturale, com’è accaduto in Germania”.

Lo ha affermato il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, commentando la lettera inviata al Corriere della Sera dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Insomma chi sollecitava un confronto a carte scoperte sul vero problema che ha oggi l’Italia, l’unico, peraltro, che stia davvero  a cuore alla stragrande maggioranza dei cittadini e delle imprese, è servito e farebbe bene a scoprire le sue di carte, non nascondendosi ancora dietro il solito dito dell’ipocrisia e dei tatticismi della politica politicante. Chi è veramente interessato al bene del Paese dovrebbe rendersi disponibile ad un confronto, senza pregiudizi ed esclusioni, su un piano bipartisan per la crescita dell’economia. Un piano che ben sta portando avanti il Ministro Tremonti e che, come ha spiegato il Presidente Berlusconi nella sua lettera, sia imperniato sulla riforma dell’art. 41 della Costituzione, per ampliare la libertà d’impresa, sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e su un più ampio utilizzo della leva fiscale a vantaggio delle imprese e dei giovani, che permetta l’emersione della ricchezza privata e della vitalità imprenditoriale. Solo così si potrà veramente dare impulso all’occupazione. Tutto ciò è l’esatto contrario di quanto propone chi, invece, vorrebbe, per alleggerirci del peso del debito, far pagare ancora una volta dazio, con la solita imposta patrimoniale o espedienti simili, proprio a quelle forze produttive che hanno tutte le potenzialità per generare vero sviluppo. In questa prospettiva, l’attuazione della riforma federalista non potrà che moltiplicare gli effetti positivi aumentando il grado di autonomia, libertà e responsabilità dei soggetti privati e degli enti pubblici a tutti i livelli.”


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BERGAMINI: Una parte della magistratura e' complice dell'informazione giustizialista e radicale


1 febbraio 2011
  

"Oggi si conferma l’azione a due velocita’ di certa magistratura militante: celere e rigorosa nel perseguire il giornalismo giudicato scomodo e, per contro, tifosa, se non complice, dell’informazione giustizialista e radicale.

Tutto cio’ mette in discussione, ancora una volta, l’esistenza di una stampa davvero libera, l’incolumita’ fisica dei suoi professionisti e la credibilita’ dell’istituzione giudiziaria nel suo complesso. E’ l’ennesimo segnale negativo sullo stato di salute della democrazia italiana". Lo ha affermato Deborah Bergamini, parlamentare del Pdl, commentando la perquisizione subita da Anna Maria Greco, giornalista de Il Giornale.


fonte: Popolo della Libertà