giovedì 23 dicembre 2010

BONDI - Dieci domande di Bondi a Bersani sulla mia sfiducia: imbarazzo?

22 dicembre 2010

Desidero rivolgere alcune domande all’On. Bersani in vista del dibattito parlamentare sulla sfiducia che il Pd ha presentato nei miei confronti.

1) Ancora non è chiaro il capo di imputazione. Per quale ragione il Pd chiede le mie dimissioni, attraverso l’atto parlamentare di una sfiducia individuale?

2) Se la mia “responsabilità” è il crollo di un tetto ricostruito in cemento armato presso l’area archeologica a Pompei, perché quando sono avvenuti nel passato crolli analoghi, se non addirittura più gravi, Lei non ha chiesto le dimissioni del Ministro pro-tempore?

3) Se invece la “responsabilità” che mi viene imputata riguarda lo stato di incuria in cui versa il patrimonio artistico e culturale nel nostro Paese, Le ricordo che negli ultimi anni il Ministero dei beni e delle attività culturali è stato retto quasi sempre da esponenti del Suo partito: da Veltroni a Rutelli fino alla Melandri. Non crede che neppure considerando la mia massima insipienza, avrei potuto causare tanti sconquassi e tante rovine in soli due anni?

4) Sempre riguardo a Pompei, Lei sa che nei giorni scorsi la procura di Torre Annunziata ha emesso degli avvisi di garanzia fra gli altri all’ex sovrintendente Guzzo, uno dei nostri archeologi più autorevoli, il quale ha svolto la funzione di sovrintendente di Pompei per oltre dieci anni? Salva l’innocenza fino a prova contraria degli indagati, non crede che le responsabilità di quanto è accaduto non siano riducibili alla mia attuale responsabilità, almeno per chi cerchi nella vita, anche in quella politica, di osservare un minimo di obiettività e di onestà?

5) Lei conosce i risultati del lavoro svolto dal commissario Fiori, già collaboratore del Ministro Rutelli, nell’area archeologica di Pompei, in soli due anni, soprattutto se confrontati alla situazione precedente?

6) Se invece le responsabilità che il Suo partito mi imputa riguardano la diminuzione delle risorse a favore del Ministero dei beni culturali, a causa dei provvedimenti assunti dal governo per mantenere i conti pubici sotto controllo, Le chiedo se questa “colpa” giustifichi, dal punto di vista politico e personale, una mozione di sfiducia individuale?

7) Riguardo alla diminuzione dei fondi a disposizione del Ministero dei beni culturali, Lei sa che il provvedimento più micidiale contro la cultura venne deciso dal governo Prodi con la Finanziaria del 2008, in seguito al quale i proventi della bigliettazione, dei fondi del lotto e di altre entrate non affluiscono più direttamente al ministero dei beni culturali, ma vengono riassegnati all’Economia (per essere successivamente restituiti a nei limiti però del 50%, poi gradualmente ancora ridotti). Lo sa che questo provvedimento ha ridotto in un colpo solo di circa 150 milioni di euro il bilancio già striminzito del Ministero della Cultura?

8) Siccome il Suo partito è particolarmente vicino ai rappresentanti del cinema e dello spettacolo, Lei sa che gli incentivi fiscali a favore del cinema, che rappresentano una soluzione moderna e liberale che mostra di dare ottimi risultati a tal punto che il mondo del cinema ne chiede a gran voce il rifinanziamento, sono stati portati a compimento dal sottoscritto, riprendendo un lavoro iniziato dall’ottimo Rutelli?

9) Lei sa che i provvedimenti più coraggiosi e coerenti per la difesa del paesaggio, cavallo di battaglia del Suo partito, almeno a parole, sono stati assunti proprio da me? Le cito soltanto la difesa del Pincio e dell’Agro Romano, in cui insistevano progetti avanzati dalle amministrazioni comunali di sinistra di Roma?

10) Quando Lei ha deciso di presentare una mozione di sfiducia nei miei confronti, non ha avvertito almeno un pò di disagio e di imbarazzo?

fonte: Il Popolo dela Libertà 

1 commento:

  1. Caro Ministro, Bersani a queste domande non risponderà, e se lo farà lo farà in maniera evasiva e demagogica perchè sa bene che la sfiducia, che è uno strumento da usarsi in casi estremi e gravi, poggia su basi molto deboli per non dire strumentali e pretestuose.
    Ma fa bene ad incalzarlo, a chiedere chiarimenti, a porlo di fronte alle proprie responsabilità: Politiche di fronte al paese e agli elettori, propri e nostri.

    Usare male o pretestuosamente gli strumenti democratici di controllo, a nostro avviso è ancora più grave che l'abuso degli strumenti di potere.

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