lunedì 26 settembre 2011

BERLUSCONI: Mi dimetto solo se mi sfiduciano




26 settembre 2011

"Ogni giorno i comunisti chiedono al governo di fare un passo indietro. Stiano tranquilli: noi non ci dimetteremo se non con un voto di sfiducia del Parlamento. Cosa che noi ci sentiamo di escludere". Lo ha affermato il Presidente Berlusconi in collegamento telefonico con il Pdl di Cuneo: "Sono assolutamente convinto che alla prossima scandenza elettorale il Pdl si presentera’ con le carte in regola per avere di nuovo il mandato dai cittadini a governare il Paese".

Un nuovo mandato da ’guadagnare’ nella parte finale della legislatura realizzando le riforme promesse dal ’94 ma non realizzate per via degli ostacoli posti da ex-alleati, quali Casini prima e Fini poi. Un assaggio gia’ la prossima settimana: il governo "lavora sodo" e "in settimana esamineremo le misure per la crescita’ e lo sviluppo", ha sottolineato Berlusconi, elencando una serie di titoli dalle liberalizzazioni alle grandi opere.
E poi il tema della giustizia. Quello che serve subito, e’ "una legge sulle intercettazioni per tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo. Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini sentono che c’e’ uno Stato che non tutela piu’ la nostra privacy".

Quanto alla dismissione del patrimonio pubblico, in chiave di riduzione del debito, il premier ha annunciato che giovedi’ al ministero dell’Economia e’ in programma un seminario ad hoc, voluto dal titolare Giulio Tremonti, per portare allo stesso tavolo le principali banche (commerciali e d’affari), le compagnie di assicurazione, i fondi di investimento, i fondi sovrani e i fondi immobiliari, italiani e internazionali. Sotto i riflettori ci saranno immobili, concessioni statali, utilities, ma anche terreni, fabbricati, caserme. Gli incassi delle dismissioni, di regola, vengono destinati all’abbattimento dello stock del debito pubblico: ecco perche’ un intervento serio sulla getione del patrimonio pubblico puo’ aiutare non poco ad accelerare la discesa del debito/Pil verso quota 100%.


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