Messaggio del Presidente Silvio Berlusconi ai Promotori della Libertà
14 settembre 2011
Care amiche e cari amici,
nel decennale dell’11 settembre 2001 ho ritenuto
di inviare una lettera al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per
rinnovargli i sentimenti della nostra vicinanza, i nostri sentimenti di
amicizia, solidarietà e di riconoscenza nei confronti del popolo degli Stati
Uniti.
Siamo sempre grati agli Stati Uniti per avere
sconfitto il nazismo e il fascismo, per averci aiutato a vincere la povertà e a
raggiungere la prosperità dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla generosità
del Piano Marshall.
Tra noi italiani e gli americani c’è un comune
sentire che da oltre mezzo secolo, a partire dalla fine della seconda guerra
mondiale fino alla lotta contro il terrorismo, ci vede schierati insieme in
difesa della libertà e in difesa della democrazia.
Questa alleanza è divenuta ancora più forte dopo
la grande tragedia dell’11 settembre, che provocò migliaia di vittime civili e
anche militari a New York, a Washington e sull’aereo fatto cadere in
Pennsylvania. Vittime innocenti, che provenivano da 90 diversi Paesi. Di colpo,
il mondo si trovò immerso in un incubo, dove una minoranza fondamentalista
antidemocratica e settaria voleva imporsi con la violenza e il terrore al mondo
libero. Fu l’inizio della lotta del male contro il bene. L’Italia, con il nostro
governo di allora, non esitò a schierarsi con gli Stati Uniti, non esitò a
intervenire con propri contingenti militari in quei Paesi dove il terrorismo
aveva le sue roccheforti. In Iraq prima, in Afghanistan poi, e di recente in
Libia, siamo sempre intervenuti con lo scopo precipuo di tutelare le popolazioni
locali dal terrore e preparare la transizione alla democrazia e quindi alla
piena libertà.
La nostra linea contro il terrorismo è sempre
stata di assoluta coerenza. Nessuna ideologia politica, economica o religiosa
può giustificare gli atti di terrore. Non può farlo neppure il mito più
insidioso, che tenta di fornire al terrorismo l’alibi della lotta contro la
povertà e l’oppressione. Infatti i signori del terrore appartengono per lo più
alle classi agiate, alle élite, non mai agli strati più poveri della
popolazione. Era così per il ricco sceicco Bin Laden, e vale oggi per i suoi
tristi eredi, che per dare seguito alla loro follia non esitano a trasformare
dei poveri diseredati in pericolosi kamikaze.
L’esperienza ha dimostrato che i popoli
mussulmani più poveri non vedono affatto nel terrorismo una via di riscatto.
L’Islam non predica la violenza. Anzi, i governanti moderati dei Paesi arabi e
islamici sono i migliori alleati dell’Occidente nella lotta contro la barbarie
terrorista. Lo abbiamo visto bene e lo vediamo in Afghanistan, dove alla caduta
del regime talebano, oppressivo e oscurantista, la popolazione è scesa in piazza
per esultare. Un popolo, quello afgano, che nella sua stragrande maggioranza
vede tuttora con favore la presenza dei nostri militari, che sa impegnati nella
costruzione per un loro futuro migliore, al fianco dei contingenti degli Stati
Uniti e di numerosi altri Paesi.
Dopo dieci anni, la guerra al terrorismo non è
ancora conclusa, ma ha raggiunto risultati che sono certamente positivi.
Non è una guerra finita perché il terrorismo,
dopo avere colpito gli Stati Uniti nel 2001, in seguito ha ferito molte altre
grandi città nel mondo, tra cui due grandi capitali europee come Madrid e
Londra. Non è finita, perché purtroppo le vittime si contano anche tra i nostri
militari, che ogni giorno sanno di rischiare la vita per la nostra sicurezza e
per la democrazia di quei popoli. I nostri militari che si comportano davvero da
eroi. A loro va la nostra più profonda gratitudine.
La guerra al terrorismo, ne siamo assolutamente
certi, finirà con la vittoria del bene sul male. In risposta agli attacchi del
terrore contro l’Occidente, tutti, tutti i Paesi democratici, a partire
dall’Italia, hanno rafforzato i loro sistemi di sicurezza, hanno introdotto
leggi severe ed efficaci per la prevenzione del terrore. I controlli più
stringenti negli aeroporti e nei luoghi pubblici possono a volte non piacere. Ma
sono indispensabili. Ci consola il fatto che numerosi terroristi siano già stati
catturati e che il capo di Al Qaeda non sia più in campo.
Oggi possiamo davvero dire che Al Qaeda
rappresenta il passato, mentre i pacifici protagonisti della primavera araba
sono il futuro.
Care amiche e cari amici,
vi ringrazio davvero per l’impegno con il quale
state portando avanti le nostre battaglie di verità e di libertà in un momento
di così grande difficoltà per tutte le economie nel mondo.
Insieme al terrorismo, la crisi economica
mondiale è stata il dato preminente, saliente di questo decennio. Il nostro
governo ha dimostrato con i fatti di sapere fare fronte con successo ad
entrambi.
Con la manovra approvata nei giorni scorsi,
abbiamo posto le premesse perché l’Italia raggiunga il pareggio di bilancio
entro il 2013, pensate, vale a dire che lo raggiungerà per la prima volta nella
storia a partire dal 1876, quando lo raggiunse per ad opera del governo di Marco
Minghetti. E’ un dato che ci fa capire come l’Italia abbia vissuto per troppo
tempo al di sopra delle proprie risorse, soprattutto per colpa dell’enorme
debito accumulato negli anni del consociativismo catto-comunista, che dal 1980
al 1992 ha moltiplicato per molte volte il debito dello Stato.
La manovra ci è stata chiesta dall’Europa, dalla BCE, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati. Penso che abbiamo lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore. Il ritocco dell’Iva di un punto dal venti al ventuno non colpisce i beni di prima necessità. Soltanto ai contribuenti più facoltosi, dai trecentomila euro in su, è stato chiesto un onere del tre per cento in più sino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Ma questa è l’unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. I costi della politica saranno ridotti con varie misure, su tutte ricordo l’abolizione delle province. Il pareggio di bilancio diventerà un obbligo stringente posto dalla Costituzione. In questo modo abbiamo tutelato i risparmi delle famiglie e abbiamo esentato dai sacrifici le fasce sociali più deboli. Soprattutto, credo di poterlo davvero dire, abbiamo salvato i nostri conti, in definitiva, abbiamo salvato i risparmi dei cittadini italiani, abbiamo salvato l’Italia.
La manovra ci è stata chiesta dall’Europa, dalla BCE, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati. Penso che abbiamo lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore. Il ritocco dell’Iva di un punto dal venti al ventuno non colpisce i beni di prima necessità. Soltanto ai contribuenti più facoltosi, dai trecentomila euro in su, è stato chiesto un onere del tre per cento in più sino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Ma questa è l’unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. I costi della politica saranno ridotti con varie misure, su tutte ricordo l’abolizione delle province. Il pareggio di bilancio diventerà un obbligo stringente posto dalla Costituzione. In questo modo abbiamo tutelato i risparmi delle famiglie e abbiamo esentato dai sacrifici le fasce sociali più deboli. Soprattutto, credo di poterlo davvero dire, abbiamo salvato i nostri conti, in definitiva, abbiamo salvato i risparmi dei cittadini italiani, abbiamo salvato l’Italia.
Dovete spiegarlo a tutti, ai nostri sostenitori,
ai vostri amici, ai vostri colleghi di lavoro. Forse non basterà quello che
abbiamo fatto e quello che voi farete a riequilibrare le infinite falsità che
vengono scritte in questi giorni, anche su di me come persona, ma io credo che
sarà di certo sarà una missione positiva, una missione di verità.
Vi ringrazio per il vostro impegno e vi abbraccio
tutti, davvero con il cuore, ancora grazie.
Silvio Berlusconi
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