28 febbraio 2011
"Noi abbiamo a che fare con un impianto istituzionale che e’ stato cosi’
fatto dai padri costituenti, che avevano la preoccupazione di non consentire al
governo di essere forte dopo 20 anni del regime fascista, in effetti hanno dato
tutto il potere al Parlamento, al capo dello Stato e alla Corte costituzionale,
e hanno assolutamente imbrigliato in tutti i modi il governo e il presidente del
Consiglio. Quando decidiamo una legge avendo avuto l’ok dal presidente della
Repubblica e da tutto l’enorme staff che lo circonda e che interviene
puntigliosamente su tutto la mandiamo poi in Parlamento, dove tra commissioni e
aula viene piu’ volte modificata e deve fare la spola tra le due Camere."
Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi, denunciando
l’inadeguatezza del nostro sistema istituzionale, con particolare riferimento
all’iter legislativo rispetto alle esigenze del paese.
"Occorre fare i conti con tutti i veti incrociati, dei giudici che dicono
la loro mentre c’e’ l’iter, di altre autorita’ che non dovrebbero intervenire ma
intervengono lo stesso, alla fine deve tornare dall’altra parte. Poi se per caso
al capo dello Stato e al suo staff non piace torna alla Camera e al Senato, e se
non piace ai pm di sinistra perche’ limita i loro poteri, impugnano e la portano
davanti alla Corte costituzionale che la abroga. Di fronte a tale situazione e’
necessaria una riforma delle istituzioni che non siamo riusciti a fare perche’
mai e’ sato trovato l’accordo, nemmeno all’interno della maggioranza, per avere
un sistema piu’ positivo e dinamico".
Silvio Berlusconi, rivolgendosi ai parlamentari lombardi del Pdl riuniti
all’Unione del Commercio di Milano, ha detto che "bisogna ritornare allo spirito
e alla passione del ’94. Nel corso del tempo c’e’ stato qualcuno che ha badato a
conservare posizioni interne e, invece occorre attirare ragazzi e ragazze,
aprirsi ai giovani."
Il presidente del Consiglio ha sottolineato
la necessita’ di rilanciare il piano casa approvato dal governo, che fino ad
oggi, e’ stato approvato definitivamente solo da due regioni. "Bisogna ritornare
sul piano casa che e’ stato stoppato da quasi tutte le regioni italiane. Il
piano prevedeva la possibilita’ di ampliare una casa monofamiliare o bifamiliare
e di intervenire massicciamente su vecchi edifici con interventi antisismici e
risparmio energetico. Purtroppo tutto e’ stato ritardato, e solo due regioni
hanno approvato il piano deinitivamente".
Il nostro premier ha
garantito: "Sono deciso ad andare avanti fino in fondo anche se confesso di
essere tentato dal tornare a fare il privato cittadino, perche’ ne ho piene le
scatole. Ma non posso, altrimenti il 100% degli italiani direbbero che sono un
disertore, visto che cosi’ deluderei anche il 51 per cento che mi sostiene".
Quanto al problema legato all’immigrazione, Berlusconi ha osservato:
"La sinistra vorrebbe le frontiere non aperte, ma spalancate. Noi abbiamo
ancora i vecchi comunisti.Prendete Bersani e vedete cosa dice. Se noi diciamo
bianco, loro dicono nero. Siamo su due fronti opposti sulla patrimoniale, sulle
rendite finanziarie e sulle intercettazioni".
A proposito della riforma costituzionale della riduzione del numero dei
parlamentari, Berlusconi ha sottolineato:
"E’ difficile far approvare dai
tacchini il Natale. In Parlamento ci solo 50-60 persone che lavorano: tutte le
altre sono costrette a stare li’ a fare pettegolezzo e a seguire il capogruppo.
E’ uno spreco di energie e di professionalita’ incredibile che bisognerebbe
evitare. Tutti gli italiani sarebbero d’accordo ma e’ molto difficile farlo
approvare dai parlamentari".
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