lunedì 28 marzo 2011

ALFANO: La riforma serve per avere un processo più giusto

28 marzo 2011


"Se si dice che la riforma costituzionale della giustizia non rende il processo piu’ rapido, si dice il vero: la riforma serve non per rendere il processo piu’ rapido, ma piu’ giusto". Lo ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenendo a Torino al convegno nazionale dei commercialisti.

"Qualche giorno fa c’e’ stato il primo caso di mediazione andata a buon fine, di un contenzioso risolto senza andare a processo. Questa causa, stando alle statistiche, sarebbe terminata tra 10 anni: e’ finita in due ore in un ufficio di conciliazione". Il ministro ha ricordato che sono 5,6 milioni le cause pendenti in materia civile, con una durata media dei processi di 12 anni, dati che collocano l’Italia al 156esimo posto nella classifica mondiale della durata dei processi. "La lunghezza e la lungaggine delle cause civili in Italia e’ uno dei freni all’attrattivita’ degli investimenti in Italia".
In seguito, partecipando al convegno ’Il cantiere giustizia’, organizzato dalla Camera penale di Novara, il ministro ha dichiarato:
"Oggi vorrei proporre all’opposizione la ’separazione delle polemiche’: da un lato quelle sulle leggi piu’ o meno condivise e dall’altro la riforma costituzionale, che non e’ ispirata dal livore, ma dal bene nei confronti dei cittadini". Il Guardasigilli ha invitato il Pd ad affrontare la "sfida" rappresentata dal confronto parlamentare previsto dall’iter della riforma costituzionale della giustizia: "ragioniamo con le carte, non coi comizi. E’ la prima volta che il parlamento puo’ affrontare questa questione, e li’ il Pd ha due scelte: o non presentare nulla o presentare un piano alternativo al nostro. Almeno sapremo quale e’ la sua proposta. Noi - ha precisato il Ministro - abbiamo messo nero su bianco la nostra proposta, nella quale abbiamo recuperato il meglio della dottrina costituzionalistica italiana, in modo da dare loro un testo su cui riflettere".
Infine, entrando nel merito della riforma: "quando parliamo della responsabilita’ civile dei magistrati pretendiamo che il principio che ’la legge e’ uguale per tutti’, di cui i magistrati sono i primi portatori sulla toga, valga veramente per tutti. I medici si assicurano sulla responsabilita’ civile della loro professione, lo faranno anche i magistrati". "Con questo provvedimento, -ha concluso il ministro- il Governo non vuole che la responsabilita’ dei magistrati sia gravata rispetto a quella degli altri professionisti, ma che sia uguale a quella degli altri".


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