Messaggio del Presidente Silvio Berlusconi ai Promotori della Libertà
Cari amici,
mi sono presentato ieri nel processo cosiddetto
“Mediatrade”, che è solo uno dei 31 processi avviati contro di me in 17 anni,
con oltre mille magistrati che si sono occupati della mia persona e delle mie
aziende: 24 processi si sono conclusi con archiviazioni e assoluzioni con
formula piena per non aver commesso il fatto. Ne restano 6 nel penale e 1 nel
civile.
Ho deciso di partecipare a queste nuove udienze
per dimostrare a tutti che le accuse sono non solo infondate, ma anche
ridicole.
I fatti di questo processo risalgono addirittura
a 15 anni fa, alla prima metà degli anni ’90.
Due osservazioni preliminari: è una realtà
incontestabile confermata categoricamente da tutti i testimoni, che in Mediaset
io non mi sono mai occupato dell’acquisto di diritti televisivi.
È una realtà incontestabile, confermata da tutti
i testimoni, che dal gennaio 1994, data della mia discesa in campo nella
politica, dopo essermi dimesso da ogni carica, mi sono allontanato dalle aziende
che avevo fondato, per dedicarmi solo ed esclusivamente al bene del mio
Paese.
L’accusa della Procura è che io, in qualità di
socio occulto, non dichiarato, di un imprenditore americano che vendeva a
Mediaset film e telefilm della Paramount, avrei diviso con lui gli utili di
quelle vendite.
L’accusa è totalmente falsa e i miei avvocati lo
hanno provato. Così falsa, che c’è da chiedersi con quale coraggio la Procura di
Milano abbia insistito a spenderci sopra - tra consulenze, rogatorie e atti
processuali - qualcosa come una ventina di milioni di Euro tolti dalle tasche
dei contribuenti.
Il gruppo televisivo da me fondato era, ed è, uno
dei principali acquirenti di diritti televisivi nel mondo. (Pensate che dal 1994
sono stati versati dal Gruppo Fininvest allo Stato, tra imposte e contributi,
oltre 7 miliardi e 700 milioni di Euro). Una piccola parte di questi diritti (da
30 a 50 milioni di dollari), un ventesimo su un totale di acquisti di quasi un
miliardo ogni anno, veniva acquistata ogni anno da tale Frank Agrama, che
operava e opera da 40 anni in questo settore, e che godeva di una specie di
esclusiva per i mercati europei dei prodotti della Paramount, da cui otteneva
prezzi e condizioni particolarmente favorevoli. Acquistava ogni anno da
Paramount l’intera produzione di film e di telefilm e poi la vendeva alle
televisioni europee.
Si poteva scavalcare Agrama e comprare i
diritti direttamente da Paramount?
La risposta è: No. È un fatto che per acquisire i
prodotti Paramount, tra i migliori sul mercato americano, Mediaset doveva
necessariamente trattare sempre e solo con lui. Tanto è vero che quando un nuovo
amministratore di Mediaset cercò di trattare direttamente con Paramount, il
risultato fu che quest’ultima cedette tutti i suoi prodotti alla Rai, anziché a
Mediaset con grave danno per la stessa.
Io sarei un socio occulto di Agrama?
No. È un fatto che ebbi con Agrama solo due o tre
incontri agli albori della TV commerciale negli anni ’80 e in seguito nessun
rapporto con lui. Io, socio di Agrama, non lo sono mai stato.
Io avrei partecipato agli utili delle
vendite di Agrama?
No. Anche qui parlano i fatti. Dai conti correnti
di Agrama sequestrati dai PM milanesi risulta senza ombra di dubbio che tutti i
guadagni provenienti dall’attività commerciale di Agrama sono rimasti nella sua
esclusiva disponibilità e che mai somma alcuna è stata trasferita a Silvio
Berlusconi.
Ma l’aspetto incredibile di tutta questa vicenda
è che nel corso degli anni Agrama, purtroppo, versò ad alcuni dirigenti
dell’Ufficio acquisti di Mediaset ingenti somme di denaro in nero (in un caso
addirittura 4 milioni e mezzo di Euro) per far sì che Mediaset continuasse ad
acquistare da lui i diritti di Paramount.
Risulta pacificamente dagli atti processuali che
tutti questi denari sono stati da loro utilizzati per i propri interessi.
E qui la domanda che faccio è
semplice: è possibile che un imprenditore paghi parecchi milioni di
Euro al capo dell’Ufficio acquisti della sua azienda che fa la cresta sugli
acquisti? No, non è possibile!
Invece, la Procura di Milano ha risposto,
incredibilmente, di sì e ha dimostrato ancora una volta di avere contro di me
una volontà persecutoria che non si ferma neppure di fronte all’evidenza e al
ridicolo.
Insomma, alcuni magistrati hanno aperto e
trascinato per anni contro di me un inverosimile procedimento fondato sul nulla.
Se fossero stati obiettivi, questo procedimento sarebbe finito prima ancora di
iniziare, con grande risparmio di tempo per loro e per me e di denaro per tutti
i cittadini. Una soltanto delle tante consulenze contabili ordinate dai PM è
costata ai contribuenti quasi 3 milioni di euro.
Ma le assurdità non finiscono qui.
Anche un bambino è in grado di capire che io non
avrei mai avuto interesse a pagare tangenti ai miei stessi dirigenti per
agevolare Agrama. Mi sarebbe bastata una telefonata per ottenere dai miei
sottoposti l’acquisto di quei film e di quei telefilm senza che Agrama dovesse
pagare alcuna tangente, che secondo l’accusa per metà sarebbe stata mia.
E poi quale imprenditore avrebbe mai mantenuto
come responsabili del suo Ufficio acquisti (che acquistava diritti per quasi un
miliardo di dollari l’anno) dei dirigenti corrotti che facevano la cresta sugli
acquisti a danno dell’azienda?
Nessun imprenditore con la testa sulle spalle
avrebbe mai tollerato per più di un minuto la permanenza di tali personaggi
nella sua azienda.
Così l’attacco a Silvio Berlusconi continua.
Perché bisogna continuare a tenere sotto una spada di Damocle giudiziaria e
mediatica il nemico ideologico e politico Silvio Berlusconi, il vero e unico
ostacolo che impedisce alla sinistra di raggiungere il potere.
Purtroppo il comunismo in Italia non si è mai
arreso: c’è ancora chi usa il codice penale come uno strumento di lotta
ideologica e pensa che la parte politicizzata della magistratura possa usare
qualsiasi mezzo per annientare l’avversario vittorioso nelle elezioni e forte
nel consenso popolare.
Cari amici,
questi sono i fatti incontrovertibili, questa è
la situazione in cui ci troviamo.
Mettetevi di impegno quindi per far conoscere a
tutti la verità su questi processi, smascherando chi ne approfitta per infangare
il Presidente del Consiglio.
Ma state sereni. Anche questa volta l’attacco
fallirà, la verità sarà riconosciuta e noi ne verremo fuori più forti di prima.
Come è sempre accaduto.
Un forte abbraccio a ciascuno di voi.
Silvio Berlusconi
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Silvio Berlusconi
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