Certo siamo mille
miglia lontani dalla società della discrezione e delle buone maniere e
noi adulti non diamo il buon esempio. Ma vorrei chiedere a voi ragazzi
se, leggendo i giornali in questi giorni, non condividete con me un
sentimento di delusione e di fastidio. Leggiamo pagine di
intercettazioni telefoniche – ci sono anch’io a parlare di politica e di
riforme – dove si discutono e si commentano azioni e reazioni di
personalità della politica e delle istituzioni.
Al riparo della sfera privata della comunicazione, le persone vivono e subiscono il contesto delle emozioni e come spesso accade usano espressioni che non userebberoin pubblico. Il
linguaggio privato è inevitabilmente diverso e – se reso pubblico – può
ferire. Nessun reato emerge dalle conversazioni, niente che ne
giustifichi la pubblicazione per salvaguardare le istituzioni. Tanto più
che le intercettazioni pubblicate sono, per la maggior parte, proprio
quelle stralciate dal processo perché ritenute irrilevanti dallo stesso
magistrato inquirente. Eppure tutto accade in tempo reale. Mentre le
indagini sono in corso un processo mediatico parallelo, con rito
abbreviatissimo, si svolge. Il risultato sarà che molti rapporti
interpersonali saranno allora potenzialmente rovinati, che nuove forme
di insincerità si aggiungono alla nostra vita pubblica. Voi che
navigate, chiedete e cercate se un fenomeno simile – che in Italia
ammantiamo con la sacralità della libera espressione e della libera
informazione – ha una qualche cittadinanza nelle più solide democrazie
liberali. Se l’ordinamento giudiziario preveda ed acconsenta che
l’integrità delle persone venga violata e ferita nella più totale
indifferenza. Se la libera informazione non debba conoscere una qualche
forma di responsabilità in uno scontro così straordinariamente
asimmetrico e illiberale che vede la pubblica accusa in questo modo
anticipare il giudizio nell'opinione pubblica prima che di fronte al
giudice. O addirittura vede finire sui giornali ciò che lo stesso
magistrato aveva disposto di stralciare! La libertà si costruisce prima di tutto per il proprio avversario. Fatemi sapere, ragazzi.
Al riparo della sfera privata della comunicazione, le persone vivono e subiscono il contesto delle emozioni e come spesso accade usano espressioni che non userebbero
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