venerdì 29 luglio 2011

SACCONI: L'apprendistato e' un contratto a tempo indeterminato


28 luglio 2011

"Il contratto di apprendistato, la cui riforma e’ stata licenziata dal Consiglio dei ministri in via definitiva, prevede che sia a tempo indeterminato.

Come qualsiasi contratto a tempo indeterminato ha una tutela diversa nel tempo la tutela e’ reale nella prima fase e consiste nell’apprendimento, quando finisce la parte formativa si entra nel regime ordinario di tutela a seconda che l’azienda sia sotto i 15 dipendenti o sopra i 15. L’apprendistato verra’ ritenuto il modo tipico per entrare nel mondo del lavoro, questo e’ l’obiettivo che ci diamo e quindi favorire l’apprendistato quanto piu’ e renderlo conveniente sia per le imprese perche’ e’ piu’ semplice, anche per il lavoratore perche’ la formazione si svolgera’ largamente nel contesto lavorativo. E’ la risposta centrale per agevolare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro".

Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il quale ha inoltre annunciato che sara’ affrontato anche il tema dei tirocini. "Nei primi giorni della ripresa di settembre realizzeremo l’accordo con le Regioni e la parti sociali sulle linee guida con cui contenere l’uso dei tirocini che fino ad ora e’ stato smodato perche’ ha dato luogo ad abusi, il tirocinio in qualche modo ha cannibalizzato il contratto di apprendistato, ovviamente verra’ ricondotto a una dimensione, e sara’ parte del processo educativo, puo’ essere un aspetto del periodo immediatamente successivo al completamento degli studi, cioe’ presumo non piu’ di un anno. Dall’altra parte le parti sociali tra di loro cercheranno un avviso comune sul modo con cui circoscrivere l’impiego delle collaborazioni coordinate e continuative".

Quanto all’appello firmato da 17 rappresentanti di parti sociali, imprenditori e sindacati, a cui non ha derito la Uil, sulla necessita’ di una discointinuita’ per realizzare un processo di crescita, Sacconi ha osservato: "Noi condividiamo l’obiettivo della crescita e siamo convinti che debba dare luogo a una nuova fase di dialogo con le parti sociali tale da mobilitare competenze istituzionali e delle stesse parti sociali o di singoli attori del mercato nazionale come il caso delle banche. Si tratta di produrre in un clima di coesione sociale, noi ci auguriamo anche di coesione politica, una converegenza di volonta’ verso l’obiettivo della crescita".


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