mercoledì 1 febbraio 2012

Bondi: Il ruolo dei partiti durante il governo tecnico

1 febbraio 2012

Lettera di Sandro Bondi pubblicata da "Il Riformista" il 1° febbraio 2012

Gentile Direttore,

qualche giorno fa un Suo editoriale richiamava giustamente l’attenzione sul ruolo dei partiti e della loro funzione di rappresentanza degli interessi sociali nell’attuale corso della vita politica del nostro Paese.
Sono convinto che la formazione dell’attuale governo, in seguito all’indebolirsi dell’alleanza di centrodestra così come dell’assenza di una credibile alternativa di sinistra, evidenzi la crisi dell’insieme dei partiti politici e nello stesso tempo del sistema politico di decisione istituzionale, contrassegnato dall’impossibilità di prendere decisioni pure legittimate da una democratica consultazione elettorale.

La domanda che tutti si pongono è se con la nascita di un governo tecnico sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare i partiti troveranno la forza di una rigenerazione, in modo da presentarsi con le carte in regole quando sarà terminata l’esperienza dell’attuale governo e nel momento in cui si svolgeranno le prossime elezioni.
I partiti possono considerare l’attuale governo come una parentesi necessitata e inevitabile, finita la quale ripresentarsi con le già sperimentate alleanze politiche, oppure utilizzare questo tempo per incisive riforme istituzionali e per ridefinire la propria identità e di conseguenza le relative alleanze.

Questa consapevolezza, e le decisioni che ne conseguirebbero,vale naturalmente sia per la destra che per la sinistra. Tutti sono chiamati a scelte innovative, dettate da scenari completamente nuovi e inesplorati.
Nella natura del governo Monti c’è probabilmente qualcosa che muta radicalmente e definitivamente il ruolo e la funzione di rappresentanza democratica dei partiti.
La formazione di un governo formato da tecnici sembra confermare quanto aveva previsto un imprenditore-politico coraggioso e lungimirante come Adriano Olivetti, secondo il quale la politica avrebbe potuto rinnovarsi attraverso la risorsa della competenza e il primato delle istituzioni rispetto all’azione dei partiti.

Il primato delle istituzioni sarebbe dovuto avvenire attraverso il federalismo, che a sua volta avrebbe potuto selezionare una classe politica all’insegna della competenza.
Se il governo Monti rappresenta in qualche modo una prefigurazione di questo modello, allora dopo questa esperienza niente potrà essere o potrà ritornare come prima.
I partiti hanno il dovere di riflettere su questo cambiamento prima ancora di sognare un ritorno alla vecchia maniera. In quest’ultimo caso, il fallimento della politica sarà ancora più rovinoso e irrimediabile.

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