sabato 17 dicembre 2011

ALFANO: Questa manovra ha troppe tasse. Si punti alla crescita


17 dicembre 2011


L’intervento del segretario del Popolo della Liberta’, Angelino Alfano, alla Camera dei deputati durante il dibattito sul voto di fiducia alla manovra economica.

Signor Presidente, onorevoli colleghi,
abbiamo votato la fiducia questa mattina e voteremo favorevolmente al voto finale, al termine di questa nostra discussione, perché siamo persone serie, leali e coerenti e non sono cambiate le condizioni che ci hanno portato a sostenere la nascita di questo Governo.

La situazione nazionale non è cambiata e non poteva cambiare in un mese. Non poteva cambiare perché siamo vittime di una crisi che non è ascrivibile ad un Governo e men che meno ad una persona. Abbiamo provato ad esprimere questo concetto a lungo nei mesi precedenti, abbiamo provato a dire che la crisi era mondiale, che la congiuntura internazionale sfavoriva l’Italia. Ci siamo sentiti contrapporre una favola secondo la quale l’America era in difficoltà e la sua moneta era in difficoltà perché l’Europa era in difficoltà, e l’Europa era in difficoltà perché l’euro era in difficoltà, e l’euro era in difficoltà perché l’Italia era in difficoltà, e l’Italia era in difficoltà perché aveva il Governo Berlusconi. Questo è il paradosso e la favola di cui siamo stati vittime e per la quale favola siamo stati aggrediti.


Una volta scritta questa favola, la morale della favola era facile, veniva naturale: sarebbe stato sufficiente mandare a casa il nostro Governo perché gli spread calassero e le borse si impennassero. I fatti si sono incaricati di dimostrare che quella non era la morale della favola, piuttosto ci trovavamo in presenza di una favola senza morale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio). Una favola bugiarda, un racconto bugiardo e antitaliano. Quando, con grande senso di responsabilità, il presidente Berlusconi si è dimesso, senza avere perso le elezioni, né essere stato sfiduciato, il nostro partito, il Popolo della Libertà, non ha cercato rivincite, ritorsioni o vendette perché ha messo al primo posto il bene dell’Italia e degli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio).
Oggi siamo qui a dire che abbiamo avuto ragione, altrimenti anche questa sera, con gli spread in crescita, avremmo dovuto affrontare una campagna elettorale nella quale quella favola senza morale sarebbe stata spacciata come la morale della favola! Ci avrebbero raccontato, in campagna elettorale, che la colpa era la nostra e avremmo fatto il male dell’Italia, prima che il nostro male, quindi abbiamo fatto bene a fare ciò che abbiamo fatto.

Ed oggi siamo qui a commentare e a votare la manovra che lei ha proposto, una manovra che, a nostro avviso, ha troppe tasse e, dunque, noi la invitiamo a puntare sulla crescita perché vogliamo smetterla di inseguire il debito. Se le troppe tasse creeranno o alimenteranno la recessione, perché la recessione c’è anche a prescindere dalle troppe tasse - proprio perché amiamo la verità - se alimenteranno la recessione, saremo costretti a fare nuove manovre e non vogliamo imporre altri sacrifici agli italiani, sono già tanti quelli contenuti in questa manovra ! Dunque, vi invitiamo a lavorare sulla crescita, sapendo che la crescita non si fa per decreto, ma sapendo, lei, che sulla crescita troverà un partito attento e pronto a sostenerla.
Noi l’abbiamo migliorata questa manovra e lei ha dato atto di questo miglioramento al Parlamento, e pro quota anche a noi, nel corso di un intervento colmo di consapevolezza che ho condiviso per i quattro quinti. Non ho condiviso il finale e sa perché? Perché portava troppo l’eco dei giornali. Vede, mi permetto di darle un consiglio, avendo avuto il privilegio di lavorare accanto al suo predecessore. Non si faccia troppo esaltare o deprimere dai giornali, non si faccia dettare l’agenda e le dichiarazioni dai giornali. Un giorno diranno che è bravissimo, un giorno le diranno che non è bravissimo .
L’anagrafe non mi permette di dirle che le do un consiglio di saggezza, però, mi creda, se lo seguirà lei vivrà meglio e il suo Governo andrà più lontano.


Abbiamo migliorato la manovra insieme alle altre forze parlamentari perché la grande differenza tra chi sostiene oggi questo Governo e chi non lo sostiene è che chi sostiene questo Governo ha ottenuto il «no» all’aumento del IRPEF e ha ottenuto il «sì» al rapporto tra le famiglie e la casa . Abbiamo inserito una cosa che era una specie di terra promessa e per la prima volta è stata inserita.
Non nascondiamo che nuove prospettive si aprono. Guardi, sulle liberalizzazioni - lo dico anche a Bersani - dobbiamo intenderci, perché sul titolo del capitolo siamo tutti d’accordo. Ce l’hanno insegnato all’università, liberalizzare fa bene, però dobbiamo capire che cosa vuol dire liberalizzare. Se le liberalizzazioni significano efficienza del mercato, miglioramento dei servizi, centralità della persona umana anche nella sua dimensione di consumatore, noi siamo pronti, presenteremo noi stesso un pacchetto di liberalizzazioni. Ma se liberalizzare vuol dire spostare quote di fatturato dai farmacisti alle coop rosse noi diciamo che queste non sono liberalizzazioni.
Se liberalizzare le professioni vuol dire, per esempio, far sì che gli avvocati diventino da 220 mila a 300 mila vuol dire che non avete capito cosa sono le liberalizzazioni. Noi siamo per liberalizzazioni che mettano al centro la persona, perché lo scopo finale delle liberalizzazioni, anche quando si interviene nella regolazione del mercato dei prodotti e dei servizi, non è la liberalizzazione in quanto tale, è un migliore servizio alla persona, al cittadino che deve sempre restare al centro.


Un ultimo concetto sull’Europa. Non giriamoci attorno, e mi pare di capire che neanche il Presidente Monti l’abbia fatto quando ha dichiarato che il vertice di Bruxelles non è stato all’altezza delle nostre aspettative. È vero, ma non è stato neanche all’altezza delle aspettative necessarie in un tempo di crisi. Non è stato all’altezza e di questo dobbiamo renderci conto tutti. Ecco perché le diciamo, noi le abbiamo votato la fiducia, le stiamo votando questo provvedimento. Vada forte anche del consenso ampio di questo Parlamento in Europa, e vada a dire che noi abbiamo scelto storicamente, da De Gasperi in poi, un’Europa in cui il metodo comunitario si fonda sulle decisioni prese da un organismo disinteressato e terzo, che poi in ultimo si è chiamato Commissione europea di cui lei è stato membro. Non si fonda sul metodo intergovernativo perché sapete, se no, come finisce? Che l’Europa significa Germania e Francia. Allora se noi per Europa intendiamo che le decisioni nostre, poiché non decide la Commissione europea, le prendono la Merkel e Sarkozy noi non abbiamo nulla da eccepire se loro fanno i loro interessi, ma lo diciamo: se loro fanno i loro interessi noi non diremmo più «ce lo dice l’Europa», se l’Europa è Francia e Germania. Noi faremo le cose, non che servono ai francesi e ai tedeschi, ma quelle che servono all’Italia e agli italiani, e vedremo di farle coincidere con quelle che servono all’Europa. Se faremo questo avremo messo ancora una volta l’Italia prima di tutto, prima della maggioranza, prima dell’opposizione, prima del Governo, prima degli egoismi di parte.

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