lunedì 19 dicembre 2011

ALFANO: Vi racconto come sara' il nuovo Pdl

19 dicembre 2011


L’intervista al Giornale del segretario politico del Pdl Angelino Alfano pubblicata il 19 dicembre 2011


Onorevole Alfano, il traguardo dei congressi è stato tagliato. Qual è la sua prima impressione?
«Oggi ho potuto toccare con mano il risveglio dell’orgoglio della nostra gente sempre più orgogliosa di militare nel Pdl, partito fondato e voluto da Silvio Berlusconi, che dopo l’insediamento del nuovo governo ha potuto beneficiare di una ripresa di entusiasmo dei nostri e non solo dei nostri. Abbiamo il maggior numero di iscritti in Europa e ci prepariamo ad avere una classe dirigente legittimata dal territorio. Stiamo scaldando i motori per essere competitivi nel 2013».

Il «partito di plastica» alla prova del rito più classico della politica. C’è il rischio di farsi del male?
«Guardi, se il Pdl prende decisioni all’unanimità ci accusano di essere una caserma, se le prende a maggioranza si dice che è nel caos. Il punto vero è che più di un milione e centomila iscritti avranno voce come avevamo promesso. Nel nostro partito non ci saranno più nominati dall’alto anche perché io non voglio nominare nessuno, voglio solo ricevere i fax e le mail dei congressi che mi comunicano chi ha vinto».

Cosa risponde a chi teme che i congressi possano dare spazio ai signori delle tessere?
«Le regola sono chiare. E le incompatibilità affermano un semplice principio anatomico, ovvero che il corpo umano è fatto per occupare solo una sedia. Quello che conta è che ovunque ci sarà un congresso ci sarà la voce libera degli iscritti che possono dire cosa pensano».

Qualcuno ha lanciato sospetti sui numeri del tesseramento.
«Per il nostro tesseramento è stato adottato un surplus di cautela, sappiamo di essere sempre sotto osservazione. Non siamo il ministero dell’Interno ma ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo adottato il meccanismo del versamento individuale, delle firme autografe con una struttura di controllo ad hoc. Una volta votavano anche i morti nei congressi, ora mi chiedo quale partito può contare su un sistema più virtuoso».

In molti hanno pensato, alla caduta del governo Berlusconi, che sarebbe calato il sipario sui congressi.
«Non ho mai avuto dubbi sulla necessità di celebrarli. Soltanto le elezioni immediate avrebbero potuto fermarli».

Ci sono state resistenze dentro il partito?
«Guardi, le leggo in diretta l’sms che mi ha inviato in questo momento l’onorevole Valducci che sta presiedendo il congresso di Reggio Emilia. “Dalle 14 in coda per votare. È un bello spettacolo”. Mi lasci dire che questo è motivo di soddisfazione. Per tutti».

Lei punta a un congresso nazionale a giugno. Chi vincerà quel congresso sarà il candidato premier?
«Il congresso si farà ma non è affatto detto che il segretario diventi il candidato premier».

L’orientamento è quello di tenere primarie di coalizione?
«Non ho nessuna difficoltà rispetto a questa prospettiva».

Ignazio La Russa oggi esprime una preferenza per un ticket Nord-Sud con lei e Formigoni.
«Il mio compito non è pensare a ciò che farò in futuro ma fare bene ciò che mi è stato concesso di fare oggi. Strutturiamo il partito, poi sarà la nostra gente a decidere».

Negli schieramenti congressuali è possibile una contrapposizione tra coloro che chiedono di puntellare il rapporto con la Lega e coloro che puntano sul Terzo Polo?
«Siamo tutti consapevoli che servono sia la sensibilità della Lega che quella centrista. Quello che noto è che sta avvenendo una contaminazione virtuosa tra ex Fi ed ex An e che le candidature arrivano dal territorio non dai capicorrente».

Sarebbe disposto a cedere sul bipolarismo in cambio di una riunificazione del centrodestra?
«La domanda è: vale la pena disperdere il patrimonio di trasparenza che consiste nel sapere in anticipo chi sarà il premier del centrosinistra o del centrodestra? Rinunciare significa dare spazio ai giochi di palazzo».

Oggi Casini rilancia l’idea di una grande alleanza dopo il 2013.
«La dinamica democratica riprenderà il suo corso in maniera naturale nel 2013. Spero che nessuno tifi per la crisi economica per promuovere la realizzazione di questo disegno».

Dalla base del Pdl arriva una spinta forte per il voto.
«Se si andasse al voto domani faremmo le elezioni in un tempo di crisi molto grave. Ciò che accadrebbe in assenza di questo governo sarebbe peggio. È meglio sostenere questo governo che andare alle elezioni subito».

Tremonti lancia accuse ai ministri che non lo hanno ascoltato e ora «fanno penitenza».
«La vicenda di questi anni ha diverse chiavi di lettura. Non tutte coincidono con le convinzioni di Tremonti».

Le Lega invoca elezioni subito per far rinascere l’alleanza con il Pdl.
«Con la Lega resta un filo forte nei rapporti e nelle alleanze negli enti territoriali. Non siamo all’inseguimento di nessuno ma questa momentanea divisione non è né irrecuperabile né irreversibile».

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