martedì 15 novembre 2011

SBAI: Finalmente un giudice che impone il capo scoperto in aula di Tribunale

15 novembre 2011


"Finalmente un giudice che impone, come il codice di procedura civile prevede, il capo scoperto in aula di Tribunale. Un plauso soprattutto alla sua capacità di non farsi intimorire di fronte al vespaio di polemiche che ne sarebbero conseguite. La legge c’è e va applicata senza alcuna remora".

Così si e’ espressa Souad Sbai, deputato del Pdl, commentando la decisione di un giudice di Torino, che ha imposto ad una interprete maghrebina la presenza in aula a capo scoperto. La vicenda, riferita dai quotidiani, risale allo scorso 14 ottobre quando il giudice della prima sezione penale, Giuseppe Casalbore, invita l’interprete, una giovane con i capelli raccolti sotto il velo e il volto scoperto, a togliere il velo, come previsto dalla legge. La giovane ha preferito lasciare l´aula e l´incarico. "L’applicazione pura e semplice della legge non sarebbe di per sé una notizia, ma il paradosso italiano vuole che in questi casi lo diventi. E qui non parliamo - ha osservato Sbai - di burqa o niqab, che come sappiamo vedono un iter legislativo a parte, ma dell’hijab, velo appartenente ad un certo estremismo, che rientra in una casistica purtroppo oggi divenuta obtorto collo ordinaria. L’auspicio è che vicende come questa siano da esempio affinché venga sempre applicata la legge in casi come questo, nei quali si vorrebbe far passare un diritto di tutti nella discriminazione di qualcuno. La legge è uguale per tutti e non può esistere eccezione che non sia giustificata da motivi fondati. E il velo, nonostante qualcuno si ostini ad accostarlo ad una fantomatica visione pseudo - religiosa, non lo è nella maniera più assoluta".

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